Cinema occupato, lite tra la Guzzanti e Capezzone

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È la scena finale, ma la storia è disseminata di colpi di scena. Il Pdl organizza la conferenza stampa per sollecitare lo sgombero del cinema «Palazzo» , ma certo né Capezzone né il deputato Francesco Aracri immaginano l’arrivo dell’attrice. La quale, sulla vicenda, non ha dubbi: «Non è un’occupazione ma una liberazione. E l’abbiamo fatto perché quel cinema sarebbe diventato un casinò. Ci sostiene il quartiere, è con noi anche l’assessore alla Cultura di Alemanno, Dino Gasperini. Ciò che questi signori pensano di fare è illegale: il cinema è nel quartiere San Lorenzo, in una zona tutelata dal piano regolatore» . E distribuisce un dossier nel quale, in sintesi, si dice che questa società  «Camene» — che ha un contratto d’affitto per l’ex cinema e vorrebbe farne, a sentire le parole dell’avvocato Nicola Sgarra, «non un casinò ma una sala polifunzionale» — è in qualche modo collegata alla «Stube» , una fiduciaria nella quale è custodita la proprietà  del Salaria Sport Village di Diego Anemone e Filippo Balducci.
 Inutile domandare quali nomi ci siano nella società : nella conferenza stampa Maurilio Prioreschi, avvocato tra gli altri di Luciano Moggi, risponde con poche parole. «A voi non ve ne deve fregà  de meno chi sono i soci» . Dopo fornirà  tre nomi della «Camene» (Diana Baldoni, Giuseppe Todini, Monica De Franceschi): sulla «Stube» , neanche una parola. L’altro avvocato, Sgarra, attacca: «Visti i toni usati dalla Guzzanti, presenteremo querela per diffamazione. E chiederemo, in risarcimento dei danni, 485 mila euro» .
Anche Sabina Guzzanti è pronta a rivolgersi agli avvocati: «Faremo ricorso al Tar contro il progetto, vedremo come andrà  a finire» . L’appuntamento è per le dodici all’Hotel nazionale, in piazza Montecitorio: Capezzone e Aracri mostrano un video nel quale, «addirittura gli occupanti vendono vino» . Ora, la storia del cinema è semplice: chiuso e abbandonato da tempo, da tre mesi è occupato. Quelli della «Camene» parlano di «eternit, cavi elettrici, insicurezza diffusa» : hanno presentato denuncia, la Procura ha chiesto l’archiviazione. In conferenza stampa i toni salgono rapidamente, Aracri accusa «gli occupanti di essere al soldo dei costruttori» . Urlano un po’ tutti, qualcuno spinge.
A Sabina Guzzanti, appena oltre le porte dell’hotel, vengono chiesti i documenti. In ogni caso, fino alla fine della conferenza, Capezzone vuole che sia chiaro «chi difende la legalità , noi, e chi, grazie ai miliardi che ha, può permettersi di non preoccuparsi dei posti di lavoro che vanno perduti» . Sabina Guzzanti, prima di andare, sceglie il sarcasmo: «Pensassero a Villa Certosa e Arcore, quelli sì sono luoghi da chiudere» .


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