Cina, la tragedia del supertreno ad alta velocità
L’urto, violentissimo, ha scagliato due carrozze giù da un ponte e fatto deragliare le altre. Il bilancio, provvisorio, parla di 32 morti e un centinaio di feriti ricoverati negli ospedali della zona. Poteva essere una tragedia di proporzioni ben maggiori: per fortuna, i treni coinvolti appartengono alla «prima generazione» dell’alta velocità cinese e dunque possono raggiungere al massimo i 160-180 chilometri l’ora, contro i 300 della linea Pechino Shanghai, appena inaugurata. I soccorritori hanno lavorato senza sosta per estrarre dalle carrozze i viaggiatori intrappolati mentre un tam tam correva su Weibo, il Twitter cinese, con disperate richieste d’aiuto e informazioni sul numero delle vittime. «Aiutatemi a trovare mia figlia— scriveva per esempio la signora Zhang Binglian—. Ha 12 anni, la pelle chiara, una maglietta bianca. È alta un metro e mezzo, si chiama Huang Yuchun e al momento dell’incidente era con me nella carrozza numero tre» .
Altri lanciavano appelli per sollecitare donazioni di sangue e plasma, carente negli ospedali. Altri ancora raccontavano la difficoltà di poliziotti, vigili del fuoco e volontari, costretti a lavorare al buio e sotto una pioggia torrenziale che aveva trasformato i campi intorno in un mare di fango. Certo, questo incidente solleverà polemiche e dubbi in Cina, un Paese che al momento dispone di 10 mila chilometri di linee ad alta velocità (saranno 13 mila alla fine del 2011), introdotta gradualmente a partire dal 2007 con la trasformazione di percorsi tradizionali, come la Hangzhou-Wenzhou, o con la costruzione di linee completamente nuove e dedicate, come la Pechino-Shanghai, il più lungo tratto (1.318 chilometri) in esercizio al mondo con convogli in grado di raggiungere i 300 chilometri orari.
Costata 33 miliardi di dollari, la ferrovia su cui corrono i «Treni dell’armonia» (in cinese Hexiehao) ha tuttavia già suscitato il malcontento dei passeggeri: subito dopo il viaggio inaugurale, organizzato per il 30 giungo scorso, una serie ripetuta di incidenti minori ha funestato i viaggi di migliaia di persone. Bastava infatti un temporale per attivare le rigidissime misure di emergenza che bloccavano i treni per ore, lasciando tutti a bordo senza aria condizionata né luce e trasformando quella che doveva essere una «passeggiata» di meno di cinque ore tra le due principali città della Cina, in un incubo senza fine.
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