Carburanti, treni e frutta spingono l’inflazione

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ROMA – A giugno l’inflazione allunga il passo al 2,7%, spinta da energia e trasporti, e raggiunge i massimi dal novembre 2008. L’Istat ha reso noti i dati relativi a giugno, un mese segnato da aumenti da record in alcuni comparti vitali per i bilanci delle famiglie. Volano i prezzi della frutta, dei trasporti (traghetti, treni, aerei), dei settori legati alle vacanze, come stabilimenti balneari, campeggi. E restano in tensione anche i carburanti che, sia pur in decelerazione su base congiunturale, fanno scattare l’allarme rosso se si confrontano i dati attuali con quelli del giugno 2010.
I beni energetici, su base annua, sono cresciuti del 9,3% e appaiono in netta salita pure i prezzi dei trasporti (+5,2% tendenziale). Questi due comparti rischiano di appesantire le uscite delle famiglie che si apprestano ad andare in vacanza dai prossimi giorni. Nel giro di un anno la verde è aumentata quasi del 12% e il gasolio del 14%.
Il caro-viaggi colpisce il trasporto aereo, che oggi propone prezzi più alti del 6,9% rispetto al maggio scorso e del 13,8% sul giugno 2010. Allungano il passo e toccano picchi da record anche i costi relativi ai trasporti marittimi: più 10,8% rispetto al mese precedente, oltre ad un incredibile più 52,8% sull’anno precedente. Meno pesante il conto presentato dal trasporto ferroviario passeggeri che risulta in aumento rispetto a maggio del 2% e dell’8,4% su base annua. Come se ciò non bastasse, cominciano a lievitare rispetto al maggio 2011 i listini dei campeggi (+14,4%) e delle pensioni (+2%). Gli stabilimenti balneari salgono del 3,5% rispetto a maggio e del 4,3% su base annua.
Non meno pesanti risultano i balzi dei costi alimentari, in rialzo del 3% rispetto al giugno del 2010: se la frutta fresca di stagione costa il 14% in più rispetto al maggio del 2010, si profila una mini-stangata su uno dei riti prediletti dagli italiani. Rispetto allo scorso anno sulla tradizionale accoppiata tazzina di caffè-zucchero si è abbattuto un aumento rispettivamente dell’11,5% e del 9,4%. Il caffè più caro, oggi, è quello offerto dai bar di Bolzano, La Spezia e Forlì dove ha raggiunto ormai 1 euro mentre per la tazzina si spendono meno di 80 centesimi a Bari, Reggio Calabria e Campobasso. Nel mezzo tutti gli altri, da Roma (0,80), a Milano (0,90). Intanto Eurostat certifica a giugno prezzi stabili al 2,7% nei Paesi dell’Unione monetaria. L’Italia secondo l’indice armonizzato per tutti i paesi europei, resta ancorata allo stesso tasso di maggio, ovvero il 3%.
Il nuovo passo in avanti dell’inflazione preoccupa le associazioni dei consumatori. Il Codacons punta il dito contro il governo e sull’innalzamento delle accise che pesano sui carburanti, «una decisione che scatena un effetto moltiplicativo sui prezzi. Si tratta di un atto irresponsabile». Il Codacons sottolinea anche il rischio concreto di un colpo senza precedenti sulle vacanze degli italiani. Qualunque mezzo il consumatore deciderà  di utilizzare per raggiungere la meta prescelta, infatti, si troverà  a pagare aumenti record, in media il 15% in più rispetto al 2010.


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