Cara di Mineo, Asgi: “È una polveriera che va chiusa quanto prima”

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PALERMO – “L’idea di potere gestire delle macro-strutture ove segregare di fatto migliaia di persone per mesi o forse per anni costituisce un progetto irrazionale che produce disagio, alimenta circuiti di violenza ed è fonte di spreco di denaro pubblico”. L’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) rivolge un appello affinché venga chiuso il centro d’accoglienza di Mineo, dopo le gravi violenze esplose tra il 26 e il 27 luglio. L’episodio avrebbe infatti colto di sorpresa le autorità  locali, evidenziando, secondo l’associazione, “una grave impreparazione nella gestione di una situazione che era assolutamente prevedibile”. “Dal momento della sua istituzione nel marzo 2011 fino ad oggi, il ‘Villaggio della solidarietà ’ di Mineo non ha ancora una natura giuridica chiara e, fatta salva la sistemazione alloggiativa, i servizi di informazione legale, di orientamento sociale e di presa in carico delle situazioni maggiormente vulnerabili, non sono stati di fatto attivati ovvero sono gestiti attraverso interventi tampone realizzati da Unhcr e da altri pochi altri enti che chiaramente non possono (e forse neppure dovrebbero) supplire a carenze di tipo strutturale”, ricorda l’Asgi.

“Il Centro, nel quale mancano in particolare personale adeguatamente formato e mediatori linguistici, si configura come una sorta di non-luogo, totalmente isolato dal territorio (la struttura è priva persino di mezzi di collegamento pubblici)  dove le persone conducono la loro quotidianità  in una condizione di apatia e rassegnazione – aggiunge l’Asgi -. Il Centro non ha alcuna interazione sociale e culturale con il territorio che lo circonda, sia per mancanza di un progetto in tal senso, ma anche per l’insanabile squilibrio tra il gigantismo del Centro stesso e un territorio che già  soffre una condizione di marginalità  e scarso sviluppo”. Tale contesto alimenterebbe la sfiducia verso le istituzioni italiane e verso il futuro, causando di conseguenza tensioni e conflitti, anche gravi “che divampano a seguito del rincorrersi di notizie vere o inventate, oppure per il riaccendersi di rivalità  e contrapposizioni tra gruppi nazionali che possono percepire l’esistenza di trattamenti differenziati, senza che le istituzioni siano in grado (o vogliano) predisporre strumenti adeguati per gestire questa complessità ”.

“Non si tratta dunque di rimediare a questa o quella carenza: il centro di Mineo è oggi ed è destinato a rimanere una polveriera che va chiusa quanto prima – afferma l’Asgi -. L’accoglienza dei rifugiati deve avvenire secondo modalità  quanto più possibile decentrate, con un rapporto congruo tra strutture di accoglienza e servizi del territorio e garantendo fin dalla prima accoglienza, i servizi di informazione, supporto e orientamento legale e sociale previsti dalla normativa comunitaria e dal diritto interno”. 

 

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