Caos nella maggioranza la Lega: sì all’arresto di Papa
ROMA – Una maggioranza sempre più affannata evita la dissoluzione alla Camera solo con una tattica auto-ostruzionistica nella discussione del decreto rifiuti, mentre l’attesa si fa sempre più tesa per la votazione di oggi sull’arresto del deputato Alfonso Papa, braccio destro di Bisignani. L’ordine di Berlusconi è sempre quello di resistere ad ogni costo per il terrore che si scateni una nuova Tangentopoli, anche sull’onda dell’indignazione crescente per i privilegi intatti della classe politica, mentre la manovra stanga le famiglie. Ma nonostante il serrato corteggiamento del premier a Bossi, la Lega ha deciso di votare sì all’arresto anche se lascerà libertà di coscienza. Una decisione un po’ “pilatesca” che però spacca la maggioranza, con il Pdl deciso a salvare Papa. Del resto ieri sera il ministro della Giustizia Alfano – che è anche segretario del Pdl – ha precisato che «partito degli onesti», cioè lo slogan che lanciò al momento dell’investitura, «non significa partito delle manette». E se si considera che il Pd ha annunciato che voterà a favore degli arresti domiciliari per il suo senatore Alberto Tedesco, si può capire che con i casi Milanese e Romano ancora in ballo, il Parlamento vivrà giorni drammatici. «Se si dovesse verificare la negazione all’arresto di Papa e Tedesco, – annuncia Rosy Bindi – il Pd compirà dei gesti eclatanti, estremi». Giorni resi ancora più tesi dalla notizia che Berlusconi è indagato per le pressioni su Innocenzi e Masi nel 2009 per chiudere la trasmissione di Santoro.
A metà pomeriggio, ieri a Montecitorio, l’espressione di alcuni deputati del Pdl era di smarrimento di fronte alla decisione della Lega di votare no al decreto per lo smaltimento dei rifiuti di Napoli anche in altre regioni. La prospettiva era quella di andare sotto sul decreto, e anche il tentativo di rinviare in commissione il provvedimento rimediava una brutta figura: battuto per sei voti. Cominciava così un balletto di interventi del centrodestra nel tentativo di tirarla per le lunghe senza arrivare al voto mentre fuori dall’aula, governo, maggioranza e Lega tentavano senza successo di trovare un accordo. Alla fine la decisione – approvata con 14 voti di scarto – è stata quella di rinviare tutto ad oggi. Anche se il provvedimento potrebbe essere ritirato del tutto in virtù dell’ordinanza del Consiglio di Stato che comunque dà il via libera al trasporto dei rifiuti fuori dalle regioni.
Oggi con la votazione su Papa si vedrà fino a che punto è arrivato lo scollamento dell’asse fra Berlusconi e la Lega. La cena di lunedì sera ad Arcore non è andata bene. I continui cambiamenti di opinione di Bossi sull’arresto di Papa tradiscono da un lato la voglia di non deludere Berlusconi, ma dall’altro l’esigenza di tenere presente l’irritazione crescente del popolo leghista che non vuole i rifiuti di Napoli e nello stesso tempo è sempre più infuriato per i privilegi dei politici.
In questo quadro di crisi strisciante che il segretario del Pd Bersani definisce di «sfarinamento totale della maggioranza», l’opposizione torna a chiedere che Berlusconi si faccia da parte e si percorra «la via maestra delle elezioni». Bersani e Casini ieri sono stati ricevuti al Quirinale. Al di là dei proclami di Berlusconi, – ripetuti lunedì anche al capo dello Stato – la maggioranza non sembra in grado di fronteggiare la situazione. Il timore di molti parlamentari è che una assoluzione degli indagati per la P4 possa scatenare la collera degli indignados e che la speculazione abbia solo concesso una tregua. Ma nel chiedere il voto, il segretario del Pd Bersani si mostra fiducioso: messo da parte Berlusconi, «mercati e investitori capiranno».
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