Borse, nuovo attacco all’Italia banche ko, tassi alle stelle

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MILANO – La grande paura sui mercati non è certo passata. E al centro della bufera, in compagnia della Spagna, ieri si è trovata soprattutto l’Italia. Le Borse sono andate molto male a Milano (-2,5%) e a Madrid (- 1,92%) mentre continuano a salire oro (al nuovo record storico, di 1.624 dollari l’oncia) e franco svizzero, considerati dagli operatori come beni rifugio in questo momento di grandissima volatilità .
Ma soprattutto, per l’Italia è tornato a peggiorare drasticamente il differenziale di rendimento – lo spread – dei Btp rispetto ai Bund, i titoli pubblici emessi dalla Germania. E’ forse questo l’indicatore più efficace e sintetico di quanto siamo ritenuti affidabili rispetto alla pietra di paragone (il benchmark, in termini finanziari) rappresentata dalla Germania. Ebbene, in apertura delle contrattazioni il Btp decennale rendeva 260 punti base in più rispetto all’analogo titolo tedesco ma alla chiusura dei mercati questa differenza era ancora cresciuta, fino a 290 punti. Nel momento peggiore della giornata, intorno alle 16.30, è andata anche un pochino peggio, con il Btp decennale arrivato a rendere il 5,68%. Questa settimana, tra l’altro, vedrà  il nuovo test per le aste pubbliche, con l’emissione di Cct e soprattutto di Btp, per un massimo di 8,5 miliardi. E’ scontato che i tassi dei titoli offerti in asta si adegui al valore dei tassi di mercato, dunque si prospettano nuovi rincari per il costo del debito pubblico.
Le banche italiane hanno cominciato fin da ieri a pagare il fio di questa nuova crescita dello spread Btp-Bund (peggiorato, per la seconda volta consecutiva, nel pomeriggio): i titoli sono scesi giù a candela e Intesa SanPaolo ha lasciato sul terreno l’8,33% mentre UniCredit ha ceduto il 7,03%, Ubi il 7,41%, il Banco Popolare l’8,07%, Bpm l’8,32% e Mps ha perso il 7,62%. Vendite a pioggia, che non hanno risparmiato nessuno. Del resto, spiega un operatore, le banche sono una specie di replica dello spread Btp-Bund sotto un doppio profilo: sono piene di titoli pubblici italiani e dunque se lo spread sale, aumentano le perdite sui titoli in portafoglio delle banche; inoltre, visto che la struttura dei tassi di interesse è la stessa, se salgono i tassi sui Btp in prospettiva salgono anche i costi del funding (dei finanziamenti) per le banche medesime, costrette a pagare di più per approvvigionarsi sui mercati. Per questo, già  dai ieri gli operatori hanno colpito duro.
Del resto, la morsa a tenaglia che stritola i mercati è ancora tutta là : Moody’s ha tagliato di tre livelli il rating sul debito a lungo termine della Grecia, stimando che il nuovo piano di aiuti annunciato dall’Unione europea indica che la probabilità  di un default del debito del governo greco è pari «virtualmente al 100%». Poi c’è il timore forse numero uno: l’emergenza-debito americano, sul quale continua a mancare l’accordo. Ieri l’Fmi ha avvertito gli Usa: il tetto del debito pubblico deve essere alzato «con urgenza»; in caso contrario, il Fondo ha parlato di «forte shock» ed ha sottolineato che le conseguenze di un mancato accordo avrebbero «significative ripercussioni globali». Il Fondo ha anche stimato che il Pil Usa crescerà  tra il 2,75% e il 3% dal 2012 in poi, e del 2,5% quest’anno.


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