Blitz delle Fiamme gialle all’Eni “Caccia ai contratti dell’amica di Papa”

by Sergio Segio | 21 Luglio 2011 7:18

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NAPOLI – Ha fatto di tutto per salvarlo dall’arresto e ha battuto il pugno sul tavolo quando la Camera ha votato a favore dell’autorizzazione a procedere. Eppure il premier Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito dall’ultimo testimone dell’inchiesta su dossier e ricatti denominata P4, non incontrava con piacere Alfonso Papa, il deputato del Pdl per il quale si sono aperte le porte del carcere. Anzi, nutriva «antipatia» nei suoi confronti.
Mentre a Montecitorio si decideva il destino di Papa, i pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco imprimevano una nuova accelerazione all’indagine. I magistrati hanno bussato agli uffici dell’Eni nell’ambito del filone sui rapporti di lavoro intercorsi fra l’azienda e Ludmyla Spornik, la ragazza ucraina amica di Papa e da questi, secondo l’accusa, sponsorizzata. La Guardia di Finanza, hanno spiegato fonti dell’Eni, ha chiesto «alcuni chiarimenti» su documenti «riguardanti la signora Spornik» (che non è indagata) già  messi precedentemente a disposizione dell’autorità  giudiziaria. I pm hanno poi depositato altri atti alla vigilia dell’udienza di Riesame in programma domani per decidere sulla richiesta della Procura di riconoscere il reato di associazione a delinquere, escluso dal gip, e di applicare la custodia in carcere anche nei confronti del lobbista Luigi Bisignani, attualmente agli arresti domiciliari.
Fra le carte figura il verbale dell’avvocato civilista Santo Emanuele Mungari, sentito come teste il 18 luglio. Mungari ha spiegato di aver conosciuto Papa nell’estate 2009 «tramite Maria Elena Valanzano», già  assistente parlamentare del deputato, oggi nello staff del governatore della Campania Stefano Caldoro e sorella dell’attrice Benedetta. «La Valanzano – si legge nel verbale – mi ha sempre detto di avere lei un rapporto diretto con il presidente Berlusconi e che anzi, in più di un’occasione, era stata lei stessa a far ottenere all’onorevole Papa un appuntamento con Berlusconi. La Valanzano mi ha detto diverse volte che lei stessa aveva cercato di accreditare Papa con Berlusconi» perché, afferma ancora Mungari, il premier «non sembrava tenere l’onorevole Papa in grande considerazione, attuando anzi nei suoi confronti un certo ostracismo». Maria Elena Valanzano, già  sentita come teste dai pm nella prima fase dell’inchiesta, gli avrebbe inoltre riferito di essersi «lei stessa spesa con il presidente Berlusconi dal momento che Papa teneva alla nomina come sottosegretario alla Giustizia e che pativa l’ “antipatia” mostrata da Berlusconi». L’ex assistente di Papa avrebbe inoltre sottolineato al suo interlocutore di aver fatto «una certa fatica ogni volta che doveva portare Papa da Berlusconi dal momento che il presidente non aveva piacere ad incontrarlo».
Agli atti ci sono anche le foto scattate durante alcuni pedinamenti. Il 5 ottobre 2010 Papa è stato fotografato a Roma mentre incontra il deputato del Pdl Claudio Scajola, estraneo all’indagine. In altre foto appare in compagnia del sottufficiale dei carabinieri Enrico La Monica, sfuggito all’arresto perché all’estero. Il 24 settembre 2010 Papa è stato invece fotografato con Gennaro Giuliano, presunto ricettatore con il quale il parlamentare è stato anche intercettato mentre discute dell’acquisto di orologi ritenuti di dubbia provenienza. In una telefonata del 22 settembre 2010 Giuliano propone al deputato l’acquisto di un orologio modello Royal Oak per 5.500 euro aggiungendo che il prezzo di mercato sarebbe di 16200 euro. In un sms del 4 novembre 2010 il presunto ricettatore scrive: «Se interessato a qualcosa di eccezionale mi fate un colpo di telefono, dotto’, va bene?».

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