Benzina, aumenti senza fine la verde sfonda quota 1,6

by Sergio Segio | 9 Luglio 2011 6:13

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ROMA – Prima l’aumento delle accise, ieri l’ennesimo ritocco record di Eni. E il prezzo dei carburanti tocca nuovi massimi assoluti: secondo quotidianoenergia.it e Staffetta quotidiana, l’allungo del colosso energetico ai distributori (2,2 centesimi di euro al litro in un sol colpo) ha messo le ali ai listini portando la verde a 1,621 euro al litro e il gasolio ad un soffio dalla soglia psicologica di 1,5.
Prezzi che sembrano ormai senza controllo al punto che in alcune zone del Paese cominciano a fioccare le proteste. È il caso dell’isola di Ischia, dove un litro di verde ha superato di slancio 1,70 al litro mentre il diesel si avvia verso quota 1,6 (1,559). Nella media i listini di Eni, Ip e Shell si attestano oggi oltre 1,6 euro al litro, anche se al Sud d’Italia la verde arriva a sfiorare quota 1,66 euro mentre il diesel ha già  sfondato il tetto di 1,5 euro (1,512). Gli stessi impianti no-logo, che risultano sempre più sensibili alle dinamiche rialziste dei mercati internazionali, mostrano rincari medi da 1,5 centesimi su entrambi i prodotti in tutto il Paese.
Per le tasche di 9 milioni di automobilisti, pronti ai blocchi di partenza delle vacanze, questo è un colpo durissimo che si materializza in contemporanea con il primo vero esodo dell’estate 2011. Un balzo improvviso che genera malumori e sospetti tra le associazioni dei consumatori e nella opposizione parlamentare, pronte a gridare al complotto e a puntare il dito sulle compagnie petrolifere. Le aziende del settore, dal canto loro, si difendono per voce dell’Unione petrolifera: la colpa di questi aumenti, spiega l’associazione, «va addebitata alla decisa ripresa delle quotazioni internazionali di benzina e gasolio di questi ultimi giorni», con prezzi tornati sui livelli del 2008 «dopo un periodo di ribassi iniziato il 19 maggio. Incide anche la corsa dei prezzi internazionali del greggio di riferimento, il Brent, che impatta per 4,4 centesimi di euro per ogni litro. Infine pesano le nuove accise del governo (4 centesimi di euro al litro al netto dell’Iva). «I prezzi attuali, rispetto ai picchi del luglio 2008 – insiste l’Up – scontano infine il forte indebolimento dell’euro rispetto al dollaro».
I nuovi record alla pompa mobilitano l’Automobile Club. Il presidente Enrico Gelpi punta l’indice sulla nuova stretta: «Non è più possibile penalizzare la mobilità  privata – dice Gelpi – e bisogna comunque contenere il prezzo della benzina, delle assicurazioni e il carico fiscale perché gli attuali trend saranno difficilmente sopportati in futuro. A fronte di un prezzo alla pompa salito del 10,6% per la benzina, del 12,4% per il gasolio e addirittura 17,5% per il gpl, gli italiani per risparmiare, hanno speso solo il 3,42% in più nel 2001, tagliando quindi la loro spesa per i carburanti».
Ma per quanto possa risparmiare, gli automobilisti spendono comunque 165 miliardi tra Rc auto, carburanti, fisco, autostrade. Un conto salato pari a 4.500 euro a testa. E per il solo rifornimento, i 36 milioni di mezzi circolanti portano nelle Casse dello Stato circa 42 miliardi. I recenti aggiustamenti delle accise non hanno fatto altro che aumentare questo esborso da parte degli automobilisti che nel 2011, oltre ai 42 miliardi di carburanti, verseranno di sole accise e Iva circa 3 miliardi in più. L’incidenza delle imposte sul prezzo finale è dunque elevatissima e ai massimi europei: oggi il 56% del prezzo finale della verde (pari a 0,872 euro) e il 50% del gasolio (0,711 euro) sono incamerati dall’Erario.

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