by Sergio Segio | 8 Luglio 2011 6:51
ROMA – Jean-Claude Trichet, presidente uscente della Bce, decide un nuovo aumento dei tassi, il secondo di quest’anno: un quarto di punto, fino a quota 1,50%. La mossa era attesa e renderà più salati i mutui a tasso variabile per 2,3 milioni di famiglie italiane. Molto meno scontate certe sue affermazioni, per esempio sulle agenzie di rating che proprio in questi giorni stanno bocciando i Paesi alle prese con la crisi del debito sovrano. Nella sua definizione queste società , che valutano l’affidabilità di una nazione e dei suoi conti, sono «piccoli oligopoli». «Non è quello che sarebbe desiderabile a livello di finanza globale», nota il banchiere francese che lascerà l’incarico a fine ottobre al governatore italiano, Mario Draghi.
Ma sulla successione in Banca d’Italia, il governo Berlusconi non ha ancora preso una decisione. «Non c’è premura perché il termine è il primo novembre», dichiara ora il premier, dopo aver assicurato che avrebbe chiuso il caso entro giugno, portando al Capo dello Stato il nome del candidato. «Stiamo parlando serenamente, ho fatto diverse interviste, vedrò i rappresentanti della Banca d’Italia e credo anche l’opposizione», aggiunge venendo così incontro alle richieste del segretario Pd, Bersani.
In realtà il lungo iter procedurale per la scelta del nuovo governatore è iniziato. Il Consiglio superiore della Banca d’Italia si è già rifiutato di esprimere un parere “generico” sulla successione, come gli aveva chiesto il governo; attende ora dal premier un nome o una rosa di nomi su cui fare la valutazione, come previsto dalla legge. La sua prossima riunione “ordinaria” è il 19 luglio. Ma per decidere le nomine serve una seduta “straordinaria”. A oggi tuttavia Berlusconi non ha ancora inviato nessuna indicazione, pur avendo già individuato un «cerchio di tre nomi»: Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, direttore generale di via Nazionale, Lorenzo Bini Smaghi, che lascerà in anticipo il board della Bce, per dare un posto alla Francia, altrimenti tagliata fuori da Francoforte con l’uscita di Trichet. Per legge, la nomina del governatore avviene con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del premier, sentito il Consiglio dei ministri e il parere del Consiglio superiore.
Trichet comunque è ancora in sella e decide. E dunque, le agenzie di rating sono oligopoli, termine già usato dal tedesco Schauble. Perciò – ecco la notizia – la Bce continuerà ad accettare i titoli portoghesi come garanzia a prescindere dal loro rating: è una «risposta immediata», così la chiama, alla bocciatura di Lisbona da parte di Moody’s. E sulla Grecia, Trichet ribadisce il no a qualsiasi «default selettivo», contrario com’è al coinvolgimento volontario dei privati nel nuovo salvataggio, previsto dal piano francese. Infine spiega che i tassi salgono con decisione «unanime» perché vi sono «rischi per la stabilità dei prezzi». Chiede «interventi decisi» sui conti pubblici. Assicura: la crescita continua ma «l’incertezza è elevata»; la politica monetaria «resta accomodante».
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