Banca Etica: “Finanziaria iniqua, danneggia i piccoli azionisti e i risparmiatori”

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“Molto migliore – continua Biggeri – appariva l’ipotesi inizialmente abbozzata dal Governo stesso – e auspicata da un’ampia parte della società  civile riunita nella Campagna ZeroZeroCinque – di introdurre una Tassa dello 0,05% sulle Transazioni Finanziarie (TTF) che non inciderebbe quasi per nulla su chi investe piccole cifre ma sarebbe sufficiente a scoraggiare gli speculatori che hanno innescato la crisi”.

Per fare un esempio, un risparmiatore che in un anno acquista 50mila euro di titoli, se sottoposto a una tassa sulle transazioni finanziarie dello 0,05% avrebbe un costo supplementare di 25 euro. Con l’aumento dell’imposta di bollo il costo sarà , invece, di ben 85,80 euro in più rispetto a oggi (quasi 5 volte la TTF). Uno speculatore che effettua compravendite in titoli pari a 50milioni di euro l’anno, con la TTF, sarebbe stato costretto a pagare circa 25.000 euro. Con l’ipotesi attuale di aumento della custodia titoli, invece, anche lui se la caverà  con soli 85,80 euro aggiuntivi rispetto a oggi (solo lo 0,5% della TTF). Una cifra che potrebbe crescere un po’ dal 2013 ma sempre restando irrisoria rispetto alle transazioni speculative effettuate. In pratica si riduce in misura considerevole il gettito per lo Stato e si va a colpire la classe media, l’azionariato diffuso e i piccoli risparmiatori a vantaggio delle banche, ovviamente più supportate in termini di lobbying istituzionale.

“La misura appare penalizzante per le banche cooperative come Banca Etica, che pur non avendo in alcuno modo contribuito a creare la crisi, ma anzi avendo svolto un’azione anticiclica aumentando fortemente il credito alle imprese sociali (+24,1% su base annua), devono oggi rafforzarsi a livello patrimoniale, anche in conseguenze delle nuove norme sui requisiti patrimoniali (c.d. Basilea III) – sottollinea Biggeri. “Per diventare Soci della Banca è necessario aprire un deposito titoli, il cui costo, di fatto, potrebbe quadruplicarsi nei prossimi mesi: un costo aggiuntivo per chi vuole investire nella finanza etica. Banca Etica ha sempre sostenuto le persone e le famiglie che diventano socie della banca, anche facendosi carico direttamente dei costi del bollo per il deposito titoli, ma con le nuove cifre sarà  più difficile continuare a farlo. Se le norme dovessero diventare definitive, di fatto si sta seriamente ostacolando l’idea di un azionariato critico diffuso e la possibilità  di pensare a un’associazione di piccoli azionisti che possa partecipare dal basso alle Assemblee. Auspichiamo che il Governo o successivamente il Parlamento possano rivedere questa dannosa proposta” – conclude il presidente di Banca Etica.

Nei giorni scorsi, anche il presidente Comitato Etico Banca Popolare Etica, Leonardo Becchetti, aveva fatto suo plauso all’annuncio che la manovra finanziaria italiana stesse prevedendo una tassa sulle transazioni finanziarie. Secondo alcuni annunci – poi smentiti dal testo governativo – la manovra finanziaria sembrava introdurre “qualcosa di simile alla Tobin tax” ovvero un fissato bollato del 15 per mille sugli acquisti di azioni e obbligazioni, titoli di stato esclusi. Più una tassa del 35 percento sugli utili delle banche per trading speculativo con la quale si stima di raccogliere fino a 4 miliardi.

Becchetti notava che “su alcuni quotidiani si commenta che l’introduzione della Tobin tax potrebbe voler dire la fine del trading a brevissimo termine (lo scalping) quasi come se dovessimo dispiacerci della cosa“. “Chiunque è libero di scommettere se ha questa passione. Ma come per il lotto e le scommesse sportive deve contribuire al bene comune accettando di essere tassato. E non deve alterare rispetto ai fondamentali i valori di grandezze importanti e sensibili come ad esempio le materie prime agricole il valore delle assicurazioni sul debito pubblico nazionale. Nessuno nega che gli strumenti derivati possano svolgere importanti compiti di copertura dal rischio. Ma una cosa è l’assicurazione e un’altra è la compravendita maniacale delle polizze assicurative sul mercato secondario o fenomeni come quelli di credit default swap (assicurazioni sul rischio di default) di obbligazioni di società  private che non hanno emesso alcuna obbligazione ma potrebbero emetterla in futuro”.

Più cauta nei commenti agli annunci governativi era stata la Campagna ZeroZeroCinque. “Attendiamo di avere notizie più certe e di analizzare in che termini la proposta di una TTF verrà  inserita nella manovra finanziaria triennale in discussione in queste ore” – aveva commentato Andrea Baranes, portavoce della Campagna. “Il balzo in avanti dell’Italia, dopo mesi di mancato posizionamento in ambito europeo, lascia quantomeno sorpresi. Come campagna speriamo possa rappresentare l’inizio di una nuova presa di coscienza da parte del Governo italiano e monitoreremo che lo strumento della TTF venga effettivamente disegnato con le stesse modalità  e per le stesse finalità  di finanziamento a politiche per il welfare, l’ambiente e la cooperazione allo sviluppo proposte nella bozza di disegno di legge recentemente pubblicato sul sito della ZeroZeroCinque ed aperto ad una pubblica consultazione” – aveva detto Baranes.

Più convinta – e chiaramente fondata – invece l’accoglienza da parte della Campagna ZeroZeroCinque della proposta della Commissione Europea di introdurre una Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) per finanziarie attraverso proprie risorse il prossimo bilancio comunitario (2014-2020). “E’ una svolta importante che va nella giusta direzione supportata dall’ampio consenso popolare recentemente testato anche da un sondaggio dell’Eurobarometro secondo il quale il 61% dei cittadini europei è a favore della TTF” -sottolineava Baranes. “Chiediamo, tuttavia, che la Commissione dia fin da subito garanzie sull’utilizzo del gettito accogliendo la proposta delle campagne internazionali di destinare queste risorse in parte per politiche sociali nei Paesi UE e in parte per combattere la povertà  e i cambiamenti climatici a livello globale” – commentava il portavoce della Campagna.

La Campagna eidenzia come – con la proposta della Commissione Europea – si apre un percorso importante che vedrà  il tema della TTF al centro del dibattito europeo nei prossimi mesi. A metà  luglio è attesa la pubblicazione, da parte della DG Tassazione della Commissione Europea (CE), di uno studio di valutazione sulle possibili opzioni di tassazione del settore finanziario che molto probabilmente sosterrà  la proposta di una TTF a livello europeo viste le recenti dichiarazioni pubbliche di Barroso e dei Commissari Semeta e Lewandowski favorevoli a questa modalità  di tassazione. Seguirà  quindi in autunno una proposta legislativa della CE sul tema della tassazione del settore finanziario che verrà  discussa il 17-18 ottobre dai capi di Stato UE in vista del summit del G20 in Francia a novembre.

“All’interno di questo percorso riteniamo che la Commissione debba spingere per una effettiva applicazione a breve termine della TTF su scala europea. Non servono sei anni per rendere questa misura effettivamente applicabile” – avverte Baranes “La TTF serve ora e nessun ritardo nella sua applicazione può essere giustificato”. Un percorso dal quale, ancora una volta, il Governo italiano ha deciso di chiamarsi fuori, aspettando che qualcun altro faccia il primo passo. [GB]


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