Atene, l’appello: eurobond per fermare la speculazione

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George Papandreou, primo ministro socialista della Grecia, lancia un appello insieme con altri leader socialisti e democratici d’Europa per la creazione di un’”agenzia di stabilità “che affronti la “ristrutturazione-rinegoziazione del debito pubblico nei Paesi della zona euro”(con l’allungamento delle scadenze dei titoli di Stato, ndr), e che contemporaneamente assicuri la «correzione di uno Stato la cui economia rischi di perdere la sua stabilità » .
In questa cornice, si aggiunge, «la zona dell’euro potrebbe beneficiare dell’emissione di euro-obbligazioni» : cioè degli eurobond, che potrebbero dunque finanziare la stessa agenzia. Nello stesso tempo, quasi a delimitare meglio il perimetro dell’imminente vertice di Bruxelles, parla anche la Bei, la Banca europea degli investimenti, attraverso il suo presidente Philippe Maystadt: «la zona Euro acquisterà  titoli di Stato greci a prezzo di mercato…» ; e ben venga il vertice, aggiunge Maystadt, perché «i mercati odiano l’incertezza e pensano al peggio quando una situazione non è limpida: per questo devono essere rassicurati con chiarezza» .
Ha parlato poi la Germania, il Paese che ha nei forzieri delle sue banche 17 miliardi di debito sovrano greco: da un lato, i suoi industriali chiedono il lancio di un secondo «piano Schuman» (quello che consentì la rinascita dell’economia tedesca nel dopoguerra); dall’altro, l’economista Bert Rurup, uno dei principali consiglieri della cancelliera Angela Merkel, ora ammette apertamente che il debito greco andrà  ristrutturato, e che «la Germania dovrà  mettere i soldi» nel salvataggio di Atene.
Quanto all’appello di Papandreou e dei leader socialisti e democratici, questo scende nei dettagli proponendo un meccanismo della zona dell’euro, «con garanzie congiunte, per aiutare i Paesi attaccati dalla speculazione, e che assicuri che anche gli investitori privati prendano in carico la loro parte dei costi delle misure di stabilizzazione» .


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