Apprendistato, disco verde alla riforma a giugno stipendi fermi e sotto l’inflazione

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ROMA – Il Consiglio dei ministri dà  il via libera alla riforma dell’apprendistato, pronto a diventare «il canale tipico di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro», commenta soddisfatto il ministro del lavoro Maurizio Sacconi. Positiva la reazione dei sindacati. Entusiasta Confartigianato che parla di «rivoluzione del fare». Molto critica Confcommercio che la definisce «una scelta totalmente iniqua».
L’approvazione del Testo unico arriva nel giorno in cui l’Istat ricorda le difficoltà  legate al mondo del lavoro. Le retribuzioni di giugno, segnala l’istituto di statistica, sono ferme sui livelli di maggio e crescono solo dell’1,8% rispetto a un anno fa, in linea con l’aumento del primo semestre (+1,9%), e molto meno dell’inflazione, salita a giugno del 2,7%. Una perdita netta di potere d’acquisto che si accompagna all’incertezza di 4,4 milioni di dipendenti per il rinnovo dei loro 34 contratti. L’attesa media, calcola l’Istat, è ora di 18,3 mesi.
L’apprendistato, secondo le nuove norme, si configura dunque come un contratto di lavoro a tempo indeterminato «con finalità  formative e occupazionali», secondo quattro tipologie, una in più di quanto previsto in bozza: apprendistato di qualifica (per gli under 25, non solo per i minori, che possono prendere un diploma lavorando), di mestiere (per i giovani tra i 18 e i 29 anni che vogliono imparare una professione), di alta formazione (per i ricercatori che desiderano un titolo specialistico) e infine per la riqualificazione dei lavoratori in mobilità , la vera novità  del decreto legislativo approvato ieri.
Le agevolazioni contributive, legate a questo tipo di contratto, dureranno 3 anni dai 6 attuali, che diventano 5 per i soli artigiani. Sul punto, la Confcommercio ritiene le norme discriminatorie e fonte di «dumping professionale», ovvero di disparità  «anticostituzionale». Per uno stesso mestiere, avverte il direttore generale Francesco Rivolta, «gli artigiani hanno sconti fiscali per cinque anni, i commercianti per tre».
E se Unioncamere comunica che quasi 9 mila assunzioni delle 162 mila programmate dalle imprese tra luglio e settembre utilizzeranno il nuovo contratto di apprendistato (l’11,3% dei posti previsti per gli under 30), il lavoro per disboscare vecchi abusi non è ancora finito. Il ministro Sacconi auspica un accordo con Regioni e parti sociali «nei primi giorni di settembre» sui tirocini, il cui abuso «ha cannibalizzato l’apprendistato», ma anche su collaborazioni e partite Iva a mono-committenza. «Il testo approvato prevede sì un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, ma non abolisce nessuna delle forme legislative che hanno generato la mostruosità  sociale del precariato», commenta in proposito Maurizio Zipponi, Idv. «Tutti concordano sul ruolo anomalo di stage, tirocini, co.co.co. Sarebbe autolesionista non trovare una soluzione entro settembre», ribatte Fulvio Fammoni, Cgil.


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