Anche Facebook invecchia così gli adulti digitali hanno superato i teen ager

by Sergio Segio | 11 Luglio 2011 6:21

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«Aiuto, mia madre sta usando Facebook sul mio computer e non se ne vuole più andare. Potete darmi un consiglio?». I ragazzi non sono più i padroni del network, dunque non stupitevi se, tra poco, appelli come questo viaggeranno sulla Rete. In giugno, gli italiani iscritti a Facebook nella fascia di età  tra i 36 e i 45 anni hanno superato i teen ager (0-18 anni), col un bel 18 per cento contro il 17 per cento di bambini e ragazzi. Ciò significa che, in questo momento, oltre tre milioni di adulti, non più ragazzi ma ancora nel pieno della carriera e della vita, stanno usando il social network più amato del mondo per parlare con gli amici, incontrare (o reincontrare) un fidanzato/a, mostrare le proprie foto e paragonarle a quelle altrui. E ancora: caricare filmati, giocare, far sapere a tutti ciò che si sta facendo.
Nel 2009, la fascia tra 0 e 18 anni si collocava al 19 per cento e quella dei trenta-quarantenni era ferma al 16, nel 2010 è arrivato il pareggio (sul 18 per cento), ora siamo al sorpasso. Nessuno (o quasi) è fuggito, ma molti si sono aggiunti, se è vero che in un anno, in Italia, Internet nel suoi insieme ha aumentato i suoi utenti del 12 per cento, modificando così tutte gli indicatori. Che cosa significa lo spostamento dell’età ? Tutto, oppure un po’ meno di tutto, qui gli esperti si dividono. Ma, di certo, sullo sfondo si afferma la cyberborghesia, adulti e adulte in cravatta o tailleur che non disdegnano di cliccare “mi piace” sulla foto di un cantante o su uno slogan politico, sull’immagine di una spiaggia o sul titolo di una serie televisiva.
«È la grande massa della gente comune, la late majority, che entra nel giardino recintato che sta cambiando le nostre possibilità  di comunicare e forse anche i nostri doveri», dice Vincenzo Cosenza, responsabile romano di Digital PR. Come esperto di pubblicità  online, Cosenza colleziona dati e li rilancia su www. vincos. it. E i suoi grafici mostrano il cambiamento: a un estremo la colonnina dei giovanissimi, che resta molto alta ma diminuisce impercettibilmente, a quello opposto il timido istogramma di chi ha più di 56 anni e ciò nonostante decide di cimentarsi con Facebook, come avviene ormai nel 6 per cento dei casi (tre anni fa, era meno del 2). È lecito parlare di “usi” diversi del network? Un villaggio, d’accordo, dove però qualcuno gioca e qualcun altro si innamora, qualcuno scambia canzoni e compiti scolastici e qualcun altro conduce potenti azioni di marketing? No, non lo è, dice Giovanna Cosenza, semiologa, docente all’Università  di Bologna, che sul suo blog “Disambiguando” registra e analizza le mutazioni di scambi e linguaggi. «Il fatto che si alzi l’età  degli utenti di Facebook rispecchia semplicemente la realtà  di un paese dove i giovani sono pochi, e sono sempre meno – sostiene la docente – Ce lo dice Audiweb, che ogni mese registra chi ha navigato almeno una volta. I nativi digitali forse non esistono, Facebook sta dimostrando ancora una volta di essere un grande ambiente generalista, dove tutti possono fare tutto». Su questo aspetto, i due Cosenza (omonimi ma non parenti) sono d’accordo: a far crescere “faccialibro”, come lo chiamano i ragazzi italiani, è l’approccio amichevole, la facilità , che, invece, penalizza ancora social network come Twitter, pur in crescita. Ma non Badoo, rete dedicata agli incontri, che in giugno ha toccato sei milioni di utenti. Cifre da far invidia a un partito di maggioranza o a una grande rete televisiva.

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