A Mediaset il controllo delle torri Dmt sarò il primo polo italiano, superata la Rai

by Sergio Segio | 20 Luglio 2011 6:13

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MILANO – Accordo fatto. Mediaset mette le mani su Dmt, lo spin off di Alessandro Falciai che nel 2000 aveva lasciato il Biscione per creare il grande polo indipendente delle torri televisive. Un’impresa fallita per l’ostruzionismo degli operatori che adesso, con l’avvento del digitale, hanno riscoperto quanto siano importanti le infrastrutture. Dmt verrà  quindi incorporata in Elettronica Industriale, il veicolo creato da Mediaset che al termine dell’operazione punta ad avere almeno il 66% del capitale, rilevando da Falciai un altro 5-6%. Il resto sarà  flottante. Il Biscione crea così un gigante da 3.300 torri, contro le 2.500 di Rai Way garantendosi nuovi flussi di cassa per almeno 500 milioni e – soprattutto – imponendo a chi vorrà  entrare sul mercato televisivo italiano di passare da Segrate per trasmettere il proprio segnale. Una scelta strategica e allo stesso tempo difensiva. Eppure il piano ha rischiato di saltare «per l’arroganza di chi ha condotto le trattative» spiega Cara Goldenberg, 30 anni, azionista di minoranza di Dmt e numero uno del fondo Permian.
L’esclusiva era scaduta il 30 giugno con un nulla di fatto. Poi l’accelerata improvvisa con il ruolo chiave di Carlo Ramella, direttore finanziario di Dmt, e Guido Barbieri, responsabile acquisti di Mediaset che guideranno anche la nuova struttura. L’operazione non prevede alcun esborso in contanti, quindi il nodo della trattativa era esclusivamente legato alla valutazione dei reciproci asset. E per se per Dmt, quotata, i conti sono stati più semplici (con un’ebidta atteso per fine anno a 30 milioni di euro) per Elettronica Industriale l’operazione è stata più complicata. Con Mediaset che ha giocato a lungo cercando di strappare un prezzo migliore, ma rischiando di incassare il veto delle minoranze che si pronunceranno in assemblea, in autunno, come richiesto dalla Consob: «Fino a pochi giorni fa, non ci hanno mostrato i piani industriali – rilancia Goldenberg – e conferivano in Elettronica tutta gli scarti, perfino i camion che nulla c’entrano con le torri». Una trattativa, secondo alcuni, ai limiti della paranoia. Con Falciai che, dopo aver fallito il proprio piano voleva vendere, ma senza fretta. E Mediaset, di fatto, costretta a comprare per frenare la crisi della pubblicità  e mettere a segno un punto nella battaglia contro Sky. Senza dimenticare che le torri valgono diversi punti nella gara per le nuove frequenze tv. Ieri, trovato l’accordo sugli asset, l’intesa è stata raggiunta.

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