Verdura killer, scontro nell’Unione europea

by Editore | 3 Giugno 2011 6:59

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PARIGI – Il batterio killer E.coli non colpisce solo gli esseri umani, ma ha ormai conseguenze anche diplomatiche ed economiche. Il numero dei morti a causa della diarrea sanguinosa pare sia salito a 18, 17 in Germania e uno in Svezia. Il batterio responsabile dell’epidemia è stato identificato, ma non si capisce ancora come sia avvenuta la contaminazione. L’Organizzazione mondiale della sanità  afferma che si tratta di una variante di colibacillo denominata O104H4 «mai vista prima», che ha però delle somiglianze al 93% con un batterio isolato tempo fa in Africa centrale. Un caso simile era stato reperito su una donna coreana nel 2005, ha rivelato la Svezia. Dopo tre settimane dall’inizio dell’epidemia, non ci sono ancora certezze sulle modalità  con cui è avvenuta la contaminazione, anche se il «cetriolo spagnolo» è stato dichiarato innocente mercoledi’ scorso dalla Commissione europea. Ma la Russia ha proibito ieri l’importazione di frutta e verdura fresche in provenienza da tutti i paesi dell’Unione europea. Il capo dell’agenzia di protezione dei consumatori russi, Gennady Onishchenko ha dichiarato che tutta la verdura già  importata «verrà  sequestrata». La Spagna e il Portogallo chiedono dei conti a Bruxelles. «Chiederò risarcimenti alle autorità  competenti», ha affermato José Luis Zapatero. La Spagna accusa anche la «lentezza» della reazione della Commissione. «Aiuti straordinari» a Bruxelles sono stati anche chiesti dal ministro dell’agricoltura portoghese, Antonio Serrano. «Avrei preferito una reazione più chiara della Commissione – ha accusato Zapatero – soprattutto chiarendo quali sono le regole europee sulle frontiere»: difatti, per la Spagna c’è un danno economico enorme, valutato da Madrid intorno ai 75 milioni di euro. Secondo la federazione spagnola dei produttori, i danni sarebbero di 200 milioni di euro la settimana. Da giorni, frutta e verdura spagnole sono rifiutate dai consumatori. Il Portogallo afferma di aver già  subito danni per almeno 2 milioni di euro. Ma, tre settimane dopo l’inizio dell’epidemia di diarrea mortale, è tutto il settore agricolo della frutta e verdura europee che rischia di pagare il conto, come prova la precipitosa decisione russa, che colpisce tutti i paesi dell’Unione europea. In Francia, i produttori di cetrioli stanno già  protestando per le perdite.
La Germania è messa sotto accusa per aver accusato senza prove il cetriolo spagnolo. Venerdì scorso, le autorità  sanitarie di Amburgo avevano affermato di aver identificato l’origine dell’epidemia nei cetrioli dell’agricoltura biologia in provenienza dall’Andalusia.
Da allora, l’Europa è stata presa dalla psicosi del cetriolo. Ma i dati sulla diffusione dell’epidemia divergono: mentre la Germania attribuisce la morte di 17 persone all’E.coli, la Svezia annuncia un caso mortale e in Francia c’è un decesso sospetto a Saint-Dié, la Commissione europea parla solo di tre morti e una sessantina di malati (contro i più di 300 casi di contaminazione presi in considerazione dalla Germania). L’unica certezza è che tutti i contaminati o sono in Germania o hanno transitato per quel paese. Dei casi sono stati recensiti anche in Svezia, Austria, Svizzera, Olanda, Gran Bretagna. Martedì c’è stato un primo caso segnalato in Spagna.
La variante del batterio killer chiamata in causa nell’epidemia in corso oltre ad essere molto rara è anche estremamente resistente agli antibiotici. «È stata una vera e propria inchiesta poliziesca – ha spiegato il professor Franà§ois-Xavier Weill dell’Institut Pasteur – è come cercare un ago nel pagliaio». I ricercatori hanno dovuto interrogare i malati, indagare su cosa avevano mangiato. Adesso dovrà  essere stabilita la prova formale che questo batterio è lo stesso che esiste, senza creare problemi, nel sistema digestivo dei ruminanti. Il contagio avviene attraverso la materia fecale, che, nel caso della verdura, puo’ contaminare attraverso l’acqua (l’agricoltura biologica è stata sospettata di aver usato letame troppo «fresco»).
La crisi dell’E.coli falsamente attribuita al «cetriolo spagnolo» fa seguito in Europa ad altre epidemie, che avevano anch’esse creato psicosi, dalla «mucca pazza» alle uova alla salmonella e i polli con l’aviaria. Alcuni esperti mettono sotto accusa l’industrializzazione dell’agricoltura, che allontana il produttore dal consumatore.

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