Val di Susa, l’assalto della polizia contro il presidio No Tav

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Centinaia di manifestanti No tav, tra cui molti militanti provenienti dai centri del nord Italia, cercano di resistere all’avanzata della polizia, cercando di bloccare l’avanzata delleruspe anche sulla vicina autostrada Torino-Bardonecchia, chiusa al traffico nella notte.

Le forze dell’ordine hanno sfondato la barriera lungo l’A-32 con ruspe armate di grandi tenaglie e sono avanzate con un fitto lancio di lacrimogeni. Alcuni manifestanti sono statiarrestati, altri sono fuggiti nei boschi disperdendosi sulle alture circostanti, ma la maggior parte si sono arroccati in cima all’area occupata da 23 giorni. Altri ancora hanno eretto a ridosso dell’autostrada nuove barricate, fatte di tronchi e filo spianto, per impedire l’accesso alle ruspe, colpite anche da lanci di pietre.


L’altro fronte di battaglia è la strada dell’Avanà , dove i blindati della polizia stanno avanzando verso il sito occupato, sfondando le decine di barricate erette dai No Tav. Per ritardare l’azione delle forze dell’ordine i manifestanti hanno dato fuoco al penultimo sbarramento prima della sommità  della Maddalena. Una densa colonna di fumo nero si è levata dalla strada.

La polizia e carabinieri lanciano lacrimogeni anche sul piazzale della Maddalena, dove sono radunati i manifestanti locali più pacifici. Giorgio Vair, il vicesindaco di San Didero, un comune della Valle di Susa, ha chiesto ai manifestanti di proseguire l’azione diresistenza passiva.

L’atto che prevede lo sgombero alla Maddalena è un’ordinanza di requisizione dell’area in base all’articolo 2 del testo unico sulla sicurezza, che pone il territorio nella disponibilità  delle forze di Polizia. L’ordinanza è stata firmata dal prefetto di Torino, Alberto Di Pace.


I legali dei No Tav
, che hanno chiesto che l’atto fosse depositato a tutti i sindaci e alla comunità  montana, sono ora radunati sul piazzale del presidio e stanno tentando una trattativa con le forze dell’ordine per “risparmiare” dallo sgobero almeno la parte del piazzale dove si trova il presidio. 

Ieri il ministro dell’Interno Roberto Maroni aveva avvertito: “Il cantiere si apre entro il 30, e l’opera si fa, se no diciamo addio alle centinaia di milioni del contributo Ue ma soprattutto ai collegamenti con l’Europa, e quindi diciamo addio al futuro”.


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