Una nuova stagione democratica

by Editore | 16 Giugno 2011 6:26

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Priorità  alla vita, ma anche all’equità , ai diritti, ai beni comuni, questo è il messaggio che con questo referendum intendiamo mandare ai governi, sia quelli di centro destra che di centro sinistra, ricordandoci che da venti anni si passano la staffetta per imporci una privatizzazione che non vogliamo. Basta col progetto bipartisan che vuole imporci il mercato e il profitto come signore e sovrano a cui tutto deve piegarsi. Da oggi i partiti, tutti i partiti, devono ripassarsi la Costituzione, mettendo a fuoco che all’articolo uno non sta scritto che la repubblica è fondata sul mercato, ma sul lavoro, un modo sintetico per affermare che prima vengono le persone, poi gli affari.
Da oggi tutto dovrà  essere rivisto e si sbaglia di grosso chi pensa di poter continuare a imbrogliarci gettando la responsabilità  dei nostri malanni sui poveri cristi che vengono a lavorare da noi per dieci euro al giorno o intontendoci con gioielli di latta mentre di sottobanco si accordano con gli affaristi per spolparci, impoverirci, svendere il nostro patrimonio collettivo. Con questo referendum abbiamo dimostrato che l’effetto incantesimo delle televisioni berlusconiane, che vogliono farci vivere sognando la ricchezza di chi ci deruba, ormai è al tramonto. L’ora del risveglio è suonata grazie a chi ha saputo resistere al sonnifero ed ha usato tutte le sue forze per scuotere, denunciare, allertare. Finalmente ci siamo sollevati, ci siamo stropicciati gli occhi ed abbiamo cominciato a capire che i nostri interessi di gente che vive di lavoro, non ce li difende nessuno: né i dirigenti di partito e tanto meno le società  per azioni siano esse a capitale pubblico o privato. Abbiamo capito che i nostri interessi ce li dobbiamo difendere da soli tornando a partecipare, a ricostruire le comunità , a riprendere i servizi nelle nostre mani, a garantire i diritti per tutti, a rifondare la solidarietà  collettiva. Per questo la vittoria dei referendum che pure ci riempe di gioia e di orgoglio, non è punto di arrivo, ma di partenza. Deve essere l’inizio di un rinnovato impegno per spianare la strada a una nuova stagione in cui la democrazia torni a trionfare a dispetto di chi vuole distruggerla riempendosi la bocca di libertà . «Si scrive acqua, si pronuncia democrazia», con questo referendum abbiamo dimostrato che la democrazia può ancora.

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