Una mano sul quorum
ROMA – I ricorsi alla Cassazione sono già pronti e anche se con motivazioni diverse avanzano entrambi lo stesso dubbio: la legittimità del voto degli italiani all’estero. Il primo, messo a punto dai legali dell’Italia dei valori, contesta che, per quanto riguarda il nucleare, i nostri connazionali non potranno votare il quesito così come è stato riscritto dalla Cassazione. Il secondo, preparato invece dai radicali, è più esteso e contesta l’impossibilità di verificare senza margini di dubbio che tutti gli italiani residenti fuori dal nostro Paese abbiano effettivamente avuto l’informazione necessaria sui quesiti e, soprattutto, la possibilità di votare.
Ci voleva solo questo. Quando mancano ormai solo 48 ore all’apertura delle urne, ecco che va in scena l’ultimo pasticcio fatto dal governo. Di che si tratta stavolta? I problemi sono due: uno riguarda, appunto, il fatto che all’estero sono arrivate le schede con il vecchio quesito sul nucleare. E di per sé già basterebbe. Invece no. In aggiunta a questo c’è il fatto che i plichi con le schede elettorali sono stati spediti in giro per il mondo con la posta ordinaria, senza neanche una banalissima ricevuta di ritorno per verificare che siano davvero arrivati a destinazione. Come una comunissima cartolina di saluti. «Questa scelta, fatta perdipiù utilizzando corrieri risultati non affidabili e spedendo peraltro schede senza timbri ufficiali, ha impedito a molti aventi diritto di votare perché non hanno ricevuto il plico o per disguidi ed errori sulle date di spedizione», denuncia il segretario dei Radicali Mario Staderini.
Problemi che inevitabilmente si portano appresso anche un’altra questione, legata al raggiungimento del quorum. «Non è tollerabile – prosegue Staderini – che l’esito dei quattro referendum sia deciso, anziché dal voto di più di venti milioni di italiani che si recheranno alle urne, dal mancato adempimento da parte delle istituzioni dei propri obblighi». Sulla stessa linea anche Felice Bellisario. «Il ministero degli Interni – spiega il capogruppo dell’IdV al Senato – dovrebbe verificare che la consegna dei plichi sia stata effettuata, ma invece non lo fa. Come si fa a capire se sono stati davvero consegnati a tutti?».
Sarà la Corte d’appello a scrutinare il voto degli italiani all’estero. I plichi con le schede arriveranno a Castelnuovo di Porto dove lunedì, a partire dalle 15, comincerà lo spoglio. Ma al di là delle presunte irregolarità , questi voti sono o no determinati per il calcolo del quorum?. Secondo l’avvocato Gianluigi Pellegrino, che per il Pd ha seguito prima in Cassazione e poi alla Consulta la legittimità del quesito sul nucleare, il problema non dovrebbe esistere. «In nessun referendum abrogativo il voto degli italiani all’estero contribuisce alla formazione del quorum», spiega il legale. Secondo Pellegrino la questione è già stata risolta nel 2005 dalla Corte costituzionale, quando gli alti giudici si pronunciarono su una vicenda analoga. «Alla consulta – spiega il legale – venne chiesto se nelle elezioni comunali in cui è previsto il raggiungimento del quorum (per legge sono quelle in cui si presenta una sola lista) il voto espresso all’estero vada considerato per la formazione del quorum oppure no. E la risposta fu chiara: la Consulta affermò che chi risiede all’estero ha pieno diritto di votare ma in nessun modo gli viene attribuita la possibilità di inficiare il voto di chi non solo è cittadino italiano, ma è anche residente. Inoltre si tenga conto che a determinare il raggiungimento del quorum sarà , lunedì, la Cassazione quando gli arriveranno i dati da tutta Italia. E questo senza neanche sapere quante sono le schede del voto all’estero, che saranno invece presso al Corte d’appello».
Almeno sulla carta il problema non dovrebbe esistere, ma è chiaro che solo una forte affluenza alle urne potrà mettere il voto al riparo. E in questo Bellisario si dice ottimista: «Ricevo segnalazione di manifestazioni previste in tutta Italia: iniziative preparate da parrocchie o associazioni di volontariato. C’è in giro una grande mobilitazione dal basso, al punto che sono sicuro che il nostro ricorso rimarrà chiuso in un cassetto».
Per oggi intanto sono previste centinaia di iniziative. Oltre a quella che comincerà alle 14,30 a piazza del Popolo con Pd e Idv per la chiusura della campagna referendaria (sempre l’Idv ha organizzato altre tre manifestazioni a Napoli, Milano e Palermo), i comitati promotori dei due referendum sull’acqua e sul nucleare hanno indetto manifestazioni in tutti i municipi di Roma e in centinaia di piazze in tutta Italia.
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