Un terzo di donne nei Cda Le quote rosa sono legge

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ROMA — Dal 2012 i Cda delle aziende quotate in Borsa, o a partecipazione pubblica, dovranno essere composti almeno per un quinto da donne. Dal 2015 almeno per un terzo. Con 438 sì, 27 no e 64 astenuti, la Camera ha approvato in via definitiva la legge sulle quote rosa. «Una svolta epocale» , esulta, commossa, la deputata pdl Lella Golfo, propugnatrice della legge e prima firmataria del testo assieme alla pd Alessia Mosca, «La politica da oggi ha meno alibi, è chiaro che il prossimo passo è portare più donne in Parlamento» , si rallegra la capogruppo pd al Senato Anna Finocchiaro. L’iter tormentato della norma si chiude in una giornata segnata dalle fibrillazioni della maggioranza sulla manovra economica. D’accordo, almeno su questo, donne (e uomini) di idee opposte. Le ministre pdl Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo festeggiano all’unisono con la pd Paola Concia la «decisione storica» . In sintonia Rosy Bindi: «Qualcosa si muove! L’Italia si avvicina all’Europa» . Bipartisan anche i pochi dubbi. «Non c’è niente di peggio delle quote: lo dico io abituata ad esserlo per definizione» , fa notare Ileana Argentin del Pd, che è disabile. D’accordo la radicale Rita Bernardini: «Siamo contrari alle quote» . «Le trovo avvilenti» , aggiunge la pdl Alessandra Mussolini. Mentre l’idv Massimo Donadi invita alla coerenza: «Chi vota questa legge non voti una manovra che innalza le età  pensionabile delle donne da 60 a 65 anni, all’unico scopo di fare cassa» . Il ministro delle Pari opportunità , Carfagna, rinvia le perplessità : «Oggi abbiamo approvato questa legge. Che è un successo di tutto il Paese. Un passo in avanti sulla strada della valorizzazione del talento e delle energie femminili. La manovra? La leggeremo e la valuteremo» . «Non sarà  risolutivo, ma è un grande risultato. Con questa norma rompiamo un tabù» , esulta la pdl Beatrice Lorenzin. Parla di «decisivo passo in avanti nel cammino delle donne italiane» il ministro Prestigiacomo. E il ministro Giorgia Meloni, che ammette di «non aver mai creduto alle politiche di genere, che in passato hanno quasi sempre finito per ghettizzare il mondo femminile» , apprezza «un atto dovuto per abbattere un ostacolo altrimenti insormontabile» . «Le quote sono oggi necessarie ma per prime le donne devono impegnarsi, e lo sanno, perché siano transitorie e limitate: un momento di mero passaggio» si appassiona in Aula la presidente fli della commissione Giustizia Giulia Bongiorno. Per la pdl Anna Bonfrisco la legge «consentirà  alle donne italiane di andare verso la modernità » . E per Isabella Rauti «adeguerà  i nostri standard all’Europa» . «La legge avrà  successo se tutti si sentiranno responsabili del cambiamento» , avverte la cofirmataria pd Alessia Mosca. Per il capogruppo pd alla Camera, Dario Franceschini, «colma un ritardo storico e servirà  al nostro Paese ad essere più vicino all’Europa» . Tra i contrari anche qualche leghista. Ma Silvana Comaroli festeggia: «Abbiamo recuperato parte del ritardo nel raggiungimento di un’effettiva parità » .


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