Tv pigliatutto nella bolletta ormai “pesa” più del frigo
Più di un frigorifero o di una lavatrice, e persino di un condizionatore: i consumi energetici della tv e dell’insieme degli apparecchi collegati possono superare quelli degli altri elettrodomestici. Fino a registrare picchi annui anche doppi rispetto a quelli di un frigo, anche se la tv resta accesa solo quattro ore al giorno e l’altro “raffredda” 24 ore su 24 tutto l’anno. Un sorpasso avvenuto silenziosamente: complice le nuove esigenze di intrattenimento soddisfatte da decoder, lettori dvd con hard disk, set top box complessi con connessione di rete. E il maggior numero di ore passate davanti allo schermo.
Così, se un frigo classe A da 300 litri consuma 240 kilowatt/ora l’anno, una tv da 40 pollici a schermo piatto con decoder incorporato, a cui è collegato un lettore dvd, un impianto home theatre e il subwoofer (l’altoparlante che riproduce le basse frequenze), può consumarne oltre 520. Il dato emerge da una comparazione dei consumi fatta da Legambiente, che sottolinea quanto incide sulla bolletta il comportamento sprecone di chi lascia in stand-by questi apparecchi, tanto più se ha in casa modelli non a norma Ue.
«Il sorpasso si spiega con la crescita dell’uso della tv e col fatto che questa si è trasformata in un insieme di elettrodomestici e servizi, dai videogiochi alla navigazione in rete» chiarisce Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente. «Il vero balzo dei consumi s’è registrato negli ultimi due anni, con l’aggiunta del decoder». Oltre 35 milioni di ricevitori del segnale digitale sono presenti nelle case italiane. Tra i più economici, quelli non incorporati, «ci sono apparecchi che consumano molto sia da accesi sia in stand by, e invece di rispettare il limite di un watt possono arrivare a consumarne fino a 15». La Commissione europea prevede che i ricevitori digitali semplici passeranno dai 28 milioni del 2008 ai 56 milioni del 2014, facendo schizzare il consumo annuo di questi dispositivi dai 6 miliardi di kWh del 2010 ai 14 del 2014. Non solo: incidono anche i set top box complessi con hard disk o iptv o tv on-demand attaccati allo schermo. Sono veri e propri pc, in cui lo stand by è funzionale all’accensione rapida, mentre il maggiore consumo è legato alle connessioni o alle periferiche.
«Su questo tema è in atto a livello europeo un processo di “voluntary agreement”: saranno fatti accordi per fissare gli standard minimi di performance in modalità accesa, spenta o in stand-by, ma per ora è tutto in stallo» commenta Andrea Roscetti, ingegnere del Politecnico di Milano, dipartimento Energia. Lo scenario dei consumi in casa ha iniziato a modificarsi negli ultimi dieci anni: il consumo elettrico annuo medio per unità di volume dei frigoriferi s’è dimezzato, generazioni di televisori si sono succedute, ma la superficie media dello schermo è raddoppiata, con una crescita dei consumi annui del 50%. Aggiunge Roscetti: «È aumentato il numero di apparecchi in casa, diventati quasi una postazione multimediale di cui ciascun membro beneficia. Se i frigoriferi si possono considerare una tecnologia “matura”, che ha ridotto i consumi, è ancora difficile fissare dei limiti per la tv, che va più veloce dei regolamenti comunitari».
Intanto, un passo in avanti è l’introduzione dell’etichetta energetica per i nuovi televisori. Se negli ultimi due anni quelli a cristalli liquidi hanno avuto un incremento di efficienza pari al 50 per cento, per contenere i costi in bolletta, come suggerisce il sito viviconstile.org basterebbe una ciabatta con interruttore o una con una presa intelligente.
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