by Sergio Segio | 29 Giugno 2011 15:19
TORINO – Si chiama “Diventare Laoban”, parola che in cinese designa l’imprenditore, ed è il quinto rapporto di ricerca realizzato congiuntamente dalla Camera di commercio di Torino e da Fieri (Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazione), che viene presentato questa mattina a al centro congressi “Torino Incontra”. Il titolo racchiude in sé il tema di questa nuova edizione, vale a dire quello dell’intraprendenza e della profonda relazione che lega progetti imprenditoriali e migratori della comunità cinese che vive e lavora in provincia di Torino.
I numeri. Le imprese individuali cinesi in Italia ammontano ad oltre 36.800 unità . Oltre la metà di queste sono localizzate in tre regioni: Toscana (22%), Lombardia (18%), Veneto (11%). Il Piemonte è l’ottava regione per numero di imprese individuali cinesi. Per quanto riguarda le province, oltre 4 mila imprese individuali cinesi, pari all’11,5% del totale, sono localizzate nella provincia di Prato, 3.500 nella provincia di Milano (pari al 9,6% del totale), 3 mila (l’8%) nella provincia di Firenze. Torino, con poco più di mille ditte individuali localizzate nella sua provincia (1.087 imprese individuali in capo a imprenditori nati in Cina), si trova al sesto posto nella graduatoria provinciale, dopo Roma e Napoli dove sono localizzati rispettivamente il 6% e il 4% del totale degli imprenditori individuali cinesi.
In realtà quali Prato, Firenze, Milano, il peso dei cinesi sul totale degli imprenditori individuali attivi è rispettivamente pari al 25%, al 5,6% e al 3% e la comunità cinese conta per il 68%, 27% e 15,5% sul totale degli imprenditori individuali stranieri. A Torino, invece, i cinesi contano per meno dell’1% sul totale (0,84%) e il loro peso all’interno dell’imprenditoria individuale straniera non supera il 6%. Torino si trova quindi al di sotto della media nazionale, che registra un’incidenza degli imprenditori cinesi sul totale pari all’1% e un peso all’interno della componente straniera di oltre il 10%.
Caratteristiche dell’imprenditoria cinese. Tra gli imprenditori individuali cinesi risulta in media una maggiore componente femminile rispetto alla media degli imprenditori stranieri: gli imprenditori maschi sono infatti il 58% nel totale degli imprenditori cinesi, venti punti percentuali in meno della media degli stranieri (78%). A Firenze si registra il tasso più alto di mascolinizzazione (62%), a Napoli si ha il più basso con una quasi parità tra i due generi (maschi 53%, femmine 47%). Torino si colloca sotto la media nazionale, registrando quindi una maggiore presenza di imprenditrici cinesi (pari al 45%). Non solo: gli imprenditori cinesi sono più giovani della media degli imprenditori stranieri. A Torino è particolarmente ridotta la componente più anziana: gli imprenditori over 50 contano per meno del 10% del totale, la metà rispetto a Firenze e Roma, province con più lunga tradizione di insediamento cinese.
Quanto alle attività economiche, la distribuzione ben illustra la conosciuta specializzazione degli imprenditori cinesi: le attività manifatturiere (nel settore tessile), il commercio e la ristorazione, assieme alla quasi totale assenza dal settore delle costruzioni. In questo settore, tuttavia, si distingue la peculiare situazione della provincia di Torino con l’importante presenza di imprenditori cinesi nel settore della lavorazione della pietra in Val Pellice.
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