Spiagge ai privati per 20 anni il governo fa marcia indietro

by Sergio Segio | 15 Giugno 2011 13:27

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IL PD ESULTA
«Abbiamo ottenuto la soppressione dei commi 1, 2 e 3 dell’articolo 3 del Decreto Sviluppo, quelli relativi alle spiagge. Come richiesto dal Pd, quindi, le norme vengono eliminate:dopo aver generato un enorme confusione, governo e maggioranza sono state costrette ad un passo indietro. Ora si dovrà  lavorare a una legge questo per affrontare la questione». Lo rende noto Alberto Fluvi, capogruppo Pd nella commissione Finanze di Montecitorio.

«Esprimiamo soddisfazione per lo stralcio del diritto di superficie dal Decreto sviluppo che pone fine all’enorme pasticcio che era stato creato. Il Pd ha proposto di modificare l’art. 3 per renderlo compatibile con le normative europee, con le aspettative degli operatori e dei consumatori», ha commentato Armando Cirillo, responsabile turismo del Pd. Cirillo. «Per il settore turistico- balneare il Partito Democratico chiede: a) varo di una norma per archiviare la procedura d’infrazione aperta nei confronti dell’Italia dalla Commissione europea; b) una legge quadro, in collaborazione con le Regioni e le principali organizzazioni degli imprenditori, per affidare le concessioni demaniali marittime e contrastare gli interventi speculativi, tutelare gli investimenti effettuati ed incentivare investimenti aggiuntivi -in servizi qualità  e compatibilità  ambientale- attraverso una adeguata durata delle concessioni; c) la riapertura del confronto in sede UE per affermare le peculiarità  delle imprese del settore turistico-balneare in Italia ed individuare soluzioni diverse da quelle previste dalla Direttiva servizi o escludere le concessioni demaniali marittime dal campo di applicazione della stessa; d) l’approvazione del Piano nazionale per il turismo. Il governo si impegni per dare piena attuazione alla mozione unitaria approvata dal Senato e voluta fortemente dai senatori del Partito Democratico».

AMBIENTALISTI SODDISFATTI
«Il dietrofront della maggioranza sul decreto sviluppo, annunciato oggi dal relatore del provvedimento in Commissione Bilancio e Finanze della Camera Maurizio Fugatti, dà  ragione al Fai e il Wwf che avevano denunciato per primi con forza come, una volta concesso il diritto di superficie sulle spiagge, difficilmente si sarebbe potuti tornare indietro, con il rischio di consegnare il nostro litorale in mano ai privati che avrebbero acquisito un diritto edificare in aree costiere demaniali sinora libere».

Così le due associazioni ambientaliste commentano il sì agli emendamenti soppressivi della norma che portava a 20 anni il diritto di superficie sugli arenili. «Bene che ci sia un ripensamento – commentano – anche se ci auguriamo che la norma non rispunti tal quale in un altro provvedimento».

Fai e Wwf ricordano di aver «denunciato sin dall’inizio che le disposizioni contenute nei primi tre commi dell’art. 3 del decreto Sviluppo andavano contro i principi della direttiva comunitaria Bolkestein sul mercato interno e presentavano non pochi dubbi interpretativi: infatti, veniva costituito, per un lungo periodo di ben 20 anni mediante un provvedimento amministrativo, un diritto di superficie su un bene demaniale qual è l’arenile, ponendo così non pochi problemi di coordinamento tra la disciplina pubblicistica e quella privatistica». In secondo luogo – ricordano Fai e Wwf, «il legislatore riconosceva, di fatto, un diritto di edificare su un bene demaniale in aree inedificate». Infine, le due associazioni ricordano che «rimaneva ancora il dubbio se, decorsi vent’anni, il fondo su cui si è costituito un diritto di proprietà  privata fosse ancora funzionale al soddisfacimento di interessi pubblici».

IL BRACCIO DI FERRO
Dopo un lungo braccio di ferro tra Pdl e Lega il diritto di superficie delle spiagge entrerà  nel disegno di legge della Comunitaria 2010. Lo conferma il relatore sul provvedimento, Gianluca Pini (Lega). I due partiti di maggioranza hanno quindi raggiunto un accordo su un tema, e non è l’unico, su cui si trovavano in forte contrasto. Il Carroccio puntava a regolare la questione nel decreto legge sviluppo, mentre il Pdl voleva un provvedimento ad hoc sulla materia, rinviando all’esito del tavolo gestito dal ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto.

A questo punto le misure sulle spiagge verranno soppresse dal decreto sviluppo e inserite nella Comunitaria dove Pini cercherà  di recuperare il testo dell’emendamento presentato al dl.

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