Sondaggi, sorpasso del centrosinistra
ROMA – La cautela è sparita, spazzata via da un quorum raggiunto con un’affluenza così ampia che pochi si erano azzardati a prevedere. A urne chiuse, però, quelle percentuali, quei milioni di voti e quella valanga di sì dicono che il vento sta cambiando, tanto che adesso anche i numeri dei sondaggi raccontano un’altra storia. La storia di un trend («Mutamenti millimetrici, niente di sconvolgente», avverte Nicola Piepoli, direttore dell’omonimo istituto di ricerca) che ora vede il centrosinistra in crescita e il centrodestra in lenta e costante discesa. Questa volta, però, c’è una novità e la rincorsa ha prodotto un risultato: la coalizione di centrosinistra è stabilmente avanti e il Pd è il primo partito in Italia. Un primato che per alcuni andrebbe condiviso col Pdl, ma che per altri è occupato esclusivamente dai democratici che avrebbero staccato il Popolo delle libertà di quasi 3 punti.
La rilevazione è stata fatta martedì, 24 ore dopo la chiusura delle urne, dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli e comunicata in serata a Ballarò: il Pd sarebbe al 29,8%, il Pdl al 27,1%. Un distacco importante a cui si va ad aggiungere un calo della Lega che, sia per Ipr sia per Piepoli, scenderebbe sotto al 10% con un calo dell’1,5%. E se per Piepoli il Pdl è ancora avanti di mezzo punto (29,5 contro 29), per Swg e Ipr i due partiti sarebbero appaiati. Per ora il sorpasso è solo virtuale, certo. Ma tanto basta al segretario Pierluigi Bersani per dire che «il Pd è il primo partito e merita rispetto». L’invito l’aveva già pronunciato durante una puntata di Annozero, qualche mese fa. Ieri l’ha rivolto «ai commentatori e a quanti seguono il Pd: nelle loro opinioni devono avere più rispetto». Secondo Bersani «l’evoluzione del quadro politico non è stata inaspettata per il Pd che ne ha intuito la direzione profonda. Siamo l’unico partito veramente nazionale: siamo nei gazebo, nelle piazze e nella rete, abbiamo un rapporto con la realtà ». Un atteggiamento che, visto il risultato di amministrative e referendum, l’elettorato sembrerebbe apprezzare.
Secondo i sondaggisti, infatti, il centrosinistra è nettamente avanti: 47,2% contro 37,3% dice Ipsos che calcola con Pd, Idv e Sel anche Verdi e Federazione della sinistra, mentre dall’altra parte lascia soli Pdl e Lega, senza la Destra. Il Terzo Polo per Pagnoncelli si assesta intorno al 9,5%. Tra i ricercatori c’è una sostanziale uniformità di analisi. Per Ipr Marketing (che, nel governo, rileva al primo posto per gradimento il ministro Angelino Alfano, con un crollo verticale della fiducia in Berlusconi, ferma al 29%), il centrosinistra (senza Fds) è al 42,5%, il centrodestra al 39%. Per Piepoli il risultato è 44% a 41,5%, per Swg 41% a 39%. Fuori dai poli anche il movimento di Beppe Grillo, dato tra il 2,5% e il 4%. Insomma, a leggere percentuali e tendenze di voto, qualcosa è cambiato. Ma per sapere se si tratta di un terremoto bisognerà attendere. «Non c’è una rottura vera – spiega Piepoli – la Dc, quand’è crollata, veniva da due anni in cui ogni mese perdeva 1-2 punti. Vediamo cosa accadrà nei prossimi 6 mesi». «Non equivochiamo la natura del voto referendario – avverte Roberto Weber di Swg – il centrodestra mantiene ottime percentuali al centro e al sud. Il centrosinistra avanza nelle città , il Pdl si tiene le sue roccaforti. Certo, se continua così, avrà grosse difficoltà . Devono dare una sterzata, cambiare qualcosa». Altrimenti è difficile invertire il trend.
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