by Editore | 15 Giugno 2011 6:45
È durato due ore, ma non è riuscito a ridurre le distanze fra Confindustria e Cgil, l’incontro di Emma Marcegaglia e Susanna Camusso. O per lo meno, se qualche avvicinamento c’è stato, le due signore che guidano l’associazione degli industriali e il maggiore sindacato italiano non lo hanno voluto comunicare al pubblico.
«È stata una normale, ordinaria discussione» ha detto alla fine la presidente di Confindustria. E a chi le chiedeva se la Cgil sui contratti finirà per allinearsi con le altre sigle, la Marcegaglia ha risposto «chi vivrà vedrà ».
Altrettanto abbottonata Susanna Camusso: «È stata una chiacchierata generale, un giro d’orizzonte. Le distanze non si accorciano né si allungano».
La Marcegaglia ha fatto sapere che l’incontro con i sindacati sulla rappresentanza e l’esigibilità dei contratti si svolgerà martedì o mercoledì della prossima settimana, cioè fra il 21 e il 22 giugno: «Stiamo definendo la data».
Dura la segretaria della Cgil con la disdetta, decisa dalla Uil, degli accordi del ‘93 sulla contrattazione: «Mi è parsa più una dichiarazione di protagonismo che un fatto sostanziale. Lui – ha detto la Camusso, riferendosi al segretario generale della Uil, Luigi Angeletti – è firmatario di un accordo separato che di per sé superava già l’accordo del 1993».
Ancora più dura su questo argomento la Fiom: «Non c’è la possibilità di derogare ai contratti di lavoro e non c’è la possibilità che i contratti aziendali sostituiscano gli accordi nazionali» ha detto il segretario dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini.
Susanna Camusso ha speso parole pesanti sul ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, che pensa a una legge per garantire gli accordi aziendali: secondo la segretaria della Cgil, «le cose che ha detto il ministro in questi giorni mi paiono contro la Costituzione, impraticabili e irrealizzabili. Mi sembrano davvero farneticazioni». E ancora: «C’è molta propaganda. Il sistema contrattuale è un sistema complesso e c’è una Costituzione da rispettare».
Ma per la Marcegaglia l’ipotesi di una legge non è da scartare: «Primo obiettivo di Confindustria è lavorare per un accordo con i sindacati sul delicato terreno dei contratti», ha detto, ma «se questo risultato dovesse sfumare, ragioneremo anche su una legge».
Una voce locale, che però porta un punto di vista interessante, è quella di Bruno Di Stasio, presidente delle Piccole industrie dell’Unione industriale di Torino, secondo cui «le Pmi sono preoccupate. Non è il momento di rischiare un contratto nazionale che, con alcune modifiche, resta la soluzione adeguata per le Pmi».
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