by Editore | 27 Giugno 2011 7:11
ROMA – Tutto passa dalla rete. È sulle pagine dei social network che la protesta contro la legge bavaglio sta prendendo corpo. Un fronte che si allarga: «Vogliamo essere informati». La campagna d’opinione, basata sul passaparola, è già partita. E se a lanciare la sfida sono state le associazioni Valigia Blu, Libertà e Giustizia e Articolo 21, le prese di posizione continuano a crescere. Dai tanti esponenti del centrosinistra fino ai finiani de Il futurista e di Generazione Italia. L’obiettivo è dar vita a una mobilitazione diffusa, capillare: dal web alle piazze delle città italiane.
«Le intercettazioni stanno smascherando il marciume del potere esercitato dal governo e dal Popolo delle Libertà ». Così Filippo Rossi su Il Futurista, il quotidiano online vicino alle posizioni del presidente della Camera Fini. «Sperano di convincerci che mettere il bavaglio ai giudici e ai giornalisti sia giusto. Ma non è così: qui sono i cittadini che controllano il potere. E devono continuare a farlo». Posizioni simili su Generazione Italia. Centinaia i commenti ad una nota firmata dal deputato Carmelo Briguglio: «Le intercettazioni consentono a tutti di sapere, giudicare e controllare».
Si muove sulle stesse coordinate l’ultima iniziativa di Valigia Blu. Si tratta di ValigiaLeaks, uno spazio online dove, da oggi, verranno pubblicate tutte le notizie a sfondo politico sulla P4. Per Arianna Ciccone «nell’epoca di Wikileaks è impensabile decidere quali informazioni debbano essere conosciute dai cittadini e quali no». Per Libertà e Giustizia, «il principio da seguire è che non è possibile che qualcuno sappia e che il resto dei cittadini resti all’oscuro di tutto». Articolo 21 presenterà un appello rivolto agli organi di informazione e alle associazioni maggiormente colpite dal bavaglio. Stefano Corradino: «Vogliamo coinvolgere i familiari delle vittime della mafia e del terremoto dell’Aquila. Nel momento stesso in cui il provvedimento verrà calendarizzato, scenderemo in piazza con un cappuccio».
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