Scioperi e black-out di protesta, ad Atene la settimana più calda
ATENE – I l Pasok, mentre sindacati e «Indignati» si ritroveranno oggi a piazza Syntagma per protestare contro il nuovo governo del premier Papandreou, i tagli e il nuovo maxiprestito della troika, chiederanno all’opposizione conservatrice di entrare in una «grande coalizione». E il voto di fiducia, previsto per la mezzanotte, verrà invocato dai socialisti per «salvare la patria».
Ma ad Atene in queste ore guadagna terreno l’idea che qualsiasi ristrutturazione del debito non potrà mai essere peggiore dalla politica dell’esecutivo e della troika (Banca centrale europea, Commissione Ue, Fondo monetario internazionale). I leader di queste organizzazioni sono sicuri che il parlamento di Atene darà l’ok ai 28 miliardi di tagli, come ha assicurato ieri il ministro delle finanze greco Venizelos, che ha promesso che la scure dell’«austerity» si abbatterà di nuovo sulla spesa pubblica entro la fine del mese.
Ma il ricatto dell’Ecofin non ha funzionato né con Nuova democrazia, né con la piazza e i sindacati. I conservatori imputano alla «vigliaccheria» di Papandreou il loro mancato ingresso in un governo di unità nazionale. Il sindacato del settore pubblico Adedy ha convocato un’ennesima manifestazione, oggi a Syntagma insieme agli «Indignati», e ha aderito allo sciopero di 48 ore proclamato dalla Gsee (la confederazione del settore privato) in occasione della 48 ore di dibattito parlamentare che nei prossimi giorni dovrebbe portare all’approvazione dei tagli.
Ad essere più colpito da questi ultimi sarà il settore pubblico, con una diminuzione degli stipendi fino al 20%, nuovi tagli alle pensioni, l’aumento dell’imposizione fiscale diretta ed indiretta, la diminuzione delle liquidazioni, la svendita delle società a partecipazione statale Deko e del settore pubblico, l’abolizione del posto fisso nel settore pubblico settore e di tanti diritti sindacali e di contrattazione collettiva.
«Chi ha creato il problema non può risolverlo, per quanti rimpasti di governo possano fare, per quante poltrone cambieranno. Non ci riguarda. I tagli non passeranno. Non andremo via se non se ne andrà il governo, la troika e il debito» dicono gli «Indignati» di Syntagma, chiedendo un «voto di fiducia» della gente contro il nuovo governo Papandreou e i suoi tagli.
Il grande successo delle manifestazioni degli «Indignati» dell’altro ieri (più di mezzo milione di persone a protestare, durante l’intera giornata, in piazza Syntagma e più di una milione in tutta la Grecia) ha fatto infuriare i deputati socialisti, che si sono scagliati contro Syriza, la coalizione di sinistra che rappresenta l’unica formazione parlamentare che sostiene la protesta della piazza.
Sindacati e «Indignati» ogni giorno sono più convinti che i nuovi piani dell’esecutivo e della troika non potranno funzionare, perché porteranno la recessione e la disoccupazione a nuovi livelli record. «L’unico settore che ha beneficiato della situazione drammatica del paese è quello finanziario, che ha mantenuto benefici e privilegi. La gente perde il lavoro e vede diminuire stipendi e pensioni, mentre le banche non concedono prestiti, anche se avevano promesso di farlo, dopo l’iniezione nelle loro casse di somme enormi di denaro pubblico» sostiene un manifesto degli «Indignati».
Questa estate sarà una delle più calde nella storia recente greca (dopo l’invasione di Cipro da parte della Turchia nel luglio del ’74), perché i sindacati del settore pubblico sono sul piede di guerra contro lo «tsunami» delle privatizzazioni previste dal governo.
I sindacati della «Deh», l’Enel greca, minacciano scioperi a rotazione di due ore nell’Attica – dove vive quasi metà della popolazione greca – a Creta e Rodi. I sindacato Genop-Deh ha deciso di spegnere gli interruttori a 16 grandi e piccole centrali elettriche nelle prossime 40 ore per protestare contro la privatizzazione del settore elettrico ed energetico, mentre il nuovo ministro dell’ambiente Papaconstantinou accelera sulla privatizzazione.
Il clima caldo delle piazze ha cambiato anche l’umore dei greci di fronte agli scioperi. Questa volta nessuno dei grandi mezzi di informazione ha osato attaccare i sindacalisti di Deh per la loro protesta, mentre la gente è stata invitata a ridurre i consumi. La difesa dei servizi pubblici rappresenta una delle priorità per gli «Indignati», mentre tanti di loro manifestano con le bandiere greche contro l’invasione della troika. Dimostrando a Papandreou che la vera unità nazionale si trova nelle piazze.
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