Ruspe in affitto e compattatori L’industria milionaria dell’emergenza

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È un’ipotesi avanzata anche dalla Procura, che su questi episodi ha aperto un’inchiesta. Ma chi ci guadagnerebbe a esasperare le proteste fino a trasformarle in atti selvaggi come quelli che si stanno vedendo continuamente a Napoli? È proprio ciò che sta cercando di stabilire la magistratura. Ma certo c’è un intero mondo che ruota intorno all’emergenza spazzatura. In certi casi ci guadagna, in altri spera di guadagnarci. I rifiuti bruciati, per esempio. Non diventano cenere, non se li porta via il vento. Rimangono lì, per la strada, non se li può più caricare negli autocompattatori nemmeno l’Asia, l’azienda che cura la raccolta. Deve intervenire una ditta specializzata nel trasporto e nello smaltimento di rifiuti speciali. Perché questo diventano i sacchetti e tutte le porcherie che ci stanno dentro quando il fuoco si è spento. Non è più un rifiuto organico, quello. E lo smaltimento segue un ciclo diverso che ha anche un costo diverso. E la spazzatura sparsa per strada pure comporta spese extra. I tg di questi giorni sono pieni di immagini di ruspe che sollevano sacchetti sparpagliati dappertutto. Quelle ruspe, i bobcat, non sono dell’Asia, vengono noleggiati ogni volta. E si pagano. Ma l’emergenza è anche un’occasione per lanciare messaggi. Che possono arrivare -sotto forma di sabotaggio -sia da chi conta di imporsi come forza lavoro quando la crisi sarà  superata e bisognerà  organizzarsi per portare la differenziata ai livelli previsti dal programma del sindaco, sia da chi, al contrario, avrebbe molto da guadagnare dagli appalti e dai subappalti per la realizzazione del termovalorizzatore, e spinge affinché l’emergenza cresca tanto da rendere difficile ogni ipotesi di ciclo di smaltimento alternativo a quello attuale.


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