Roma, Valle occupato per protesta “Salviamo il teatro italiano”

Loading

ROMA – «Benvenuti al Teatro Valle occupato», grida dal palco una giovane attrice e dalla sala si alzano applausi, urrà , urla di gioia. C’è un clima da rivoluzione nel più antico teatro “al chiuso” della capitale, dove nel ‘21 il pubblico urlava “manicomio manicomio” contro i Sei personaggi pirandelliani al loro esordio. E un po’ di manicomio c’è anche oggi, sia pur di altro tipo. Un centinaio di lavoratori dello Spettacolo autorganizzati ieri ha occupato il Valle «per difendere il patrimonio artistico che le politiche governative stanno dismettendo». «Come i referendum, il Valle è il segno che noi cittadini vogliamo contare di più nella gestione dei servizi: e i teatri sono un servizio, come l’acqua e gli ospedali», dice Elio Germano, tra gli occupanti. Sono lavoratori di 20-30-40 anni, la maggior parte precari, “intermittenti” del cinema, del teatro, della danza, tecnici, sceneggiatori, attori: hanno chiamato all’appello gli altri lavoratori della conoscenza (dei musei e dell’università ) e nel Valle vedono le malefatte del sistema culturale italiano, pagate, accusano, sulla loro pelle. «Molti di noi sono disoccupati e senza tutele. Chiediamo quote per gli under 30, luoghi fisici per fare sperimentare i giovani, trasparenza nella distribuzione dei finanziamenti», dice Manuela Cherubini, regista. Per ora hanno programmato tre giorni di occupazione con assemblee e la sera spettacoli per tutti. Hanno avuto l’appoggio di oltre cento celebrità  da Fabrizio Gifuni, Maddalena Crippa, Mario Martone, i Motus, Moni Ovadia, Sonia Bergamasco, Maya Sansa, Toni Servillo Anna Bonaiuto, Iaia Forte, Tiziano Scarpa… Molti saranno in scena come i due veterani Franca Valeri e Andrea Camilleri.

Perché il Valle, è chiaro: chiuso da maggio, un futuro incerto dopo che il Mibac (Ministero dei Beli Culturali) ha cancellato l’Eti che lo gestiva, è diventato uno scandalo nazionale. Un primo risultato però gli occupanti lo hanno portato a casa: oggi ci sarà  il passaggio formale della sala dal Mibac al Comune di Roma e l’affidamento per un anno al Teatro di Roma (come voleva Umberto Croppi ex-assessore). Poi ci sarà  un bando. «Vogliamo che nella commissione ci siano gli artisti», chiedono gli occupanti. «Sì, sarà  un bando partecipato», risponde alla Don Abbondio l’assessore alla Cultura Dino Gasperini. Commenta Silvio Orlando: «Il sistema teatrale italiano è demenziale. Per il Valle facciamo così: la prossima stagione ogni attore conosciuto offre il suo spettacolo e dà  spazio a un giovane. Sarà  la più bella stagione teatrale».


Related Articles

Così non si combatte la piaga del precariato

Loading

Lo scopo più importante di una riforma del mercato del lavoro dovrebbe consistere nel ridurre in misura considerevole, e nel minor tempo possibile, il numero di lavoratori che hanno contratti di breve durata, ossia precari, quale che sia la loro denominazione formale.

Ttip, le multinazionali sfidano la legislazione degli stati

Loading

Controversie tra Stati. I tribunali di arbitrato constano di collegi di tre membri scelti ricorso per ricorso da una lista ristretta di avvocati

Start up, arriva il contratto digitale «Tetto» a 48 mesi

Loading

 ROMA — Eppur si muovono. Viste dal telescopio del Globe Theatre di Villa Borghese, palcoscenico scelto da TechCrunch per il primo evento italiano, le start up italiane si muovono eccome. Si agitano. Si danno da fare. «Il lavoro — ha detto il ministro Corrado Passera, riferendosi al decreto che ha inglobato le norme sulle start up — è stato tanto e fatto bene: hanno contribuito persone del settore e chi le conosce bene».

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment