Roma, la Centrale del latte torna al Comune
ROMA – Il Comune di Roma, entro due mesi, dovrà riacquisire il pacchetto di controllo della Centrale del Latte, oggi nel portafoglio di Parmalat. Secondo una decisione adottata dal Tar del Lazio e anticipata da Radiocor, il Campidoglio dovrà dichiarare la nullità degli atti con cui nel 1998 cedette il 75% della Centrale alla Cirio di Sergio Cragnotti. La quota fu poi rivenduta alla Parmalat di Calisto Tanzi, grazie a una transazione col Comune. Il Tar avrebbe dunque accolto, anche se in parte, il ricorso per l’ottemperanza alla sentenza del Consiglio di Stato del 1 marzo 2010 presentato dalla società Ariete Fattoria Latte Sano che nel 1998 era in lizza per l’acquisto della centrale.
Il Tar ha però stabilito che, una volta riacquisito il pacchetto di maggioranza dell’azienda del latte, il Comune guidato da Gianni Alemanno non sarà obbligato a indire una nuova gara per cederla ma potrà scegliere “come disporne nel pubblico interesse”. Inoltre il tribunale amministrativo ha ordinato al Campidoglio di pagare ad Ariete Fattoria Latte Sano un risarcimento del danno, in via equitativa, di 8 milioni di euro più gli interessi.
La seconda sezione del Tar del Lazio, presieduta da Luigi Tosti, ha poi dichiarato inammissibili, per difetto di giurisdizione la richiesta avanzata da Ariete, di «disporre il sequestro conservativo delle azioni della centrale del latte intestate alla parmalat», oltre alla istanza del Comune di Roma di ordinare a Parmalat la «restituzione del pacchetto azionario». In entrambi i casi i ricorrenti dovranno rivolgersi, ove lo ritengano opportuno, al giudice ordinario. Quanto alla richiesta di Ariete di quantificare il danno subito tenendo conto dei parametri fissati dallo stesso giudice amministrativo di primo grado con una sentenza del 2007 – che aveva stabilito per l’azienda il diritto a ricevere dal Comune di Roma un risarcimento pari al 5% dell’utile netto del bilancio conseguito da Ariete nel 2000 – vista la mancanza dell’accordo tra le parti sulla determinazione delle somme da liquidare, il Tar ha ordinato al Campidoglio di pagare un risarcimento di 8 milioni di euro più gli interessi. I giudici precisano «che si tratta di un risarcimento del danno per equivalente, non essendo concepibile né disposto dal giudice, una modalità di risarcimento del danno attraverso reintegrazione in forma specifica».
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