by Sergio Segio | 20 Giugno 2011 15:29
ROMA – Mercoledì prossimo, 22 giugno, approda alla Corta europea dei diritti dell’uomo il caso dei 24 migranti somali ed eritrei in viaggio dalla Libia che sono stati intercettati in mare da parte delle autorità italiane e rispediti nella stessa Libia.
I ricorrenti sono undici cittadini somali e tredici eritrei. Essi facevano parte di un gruppo di circa 200 persone che hanno lasciato la Libia nel 2009 a bordo di tre barche verso l’Italia. Tra di loro erano anche donne incinte e bambini. Il 6 maggio 2009, quando le barche erano 35 miglia a sud di Lampedusa, in acque maltesi, sono stati intercettati dalla Guardia Costiera italiana. I passeggeri sono stati trasferiti alle navi militari italiane e riportati a Tripoli. I 24 migranti avevano anche riferito che durante il viaggio le autorità italiane non avevano detto loro dove sarebbero state portate e che non era stata controllata la loro identità . Una volta a Tripoli, erano stati consegnati alle autorità libiche.
Il ricorso contro lo Stato italiano era stato presentato dagli avvocati Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci, membri del direttivo dell’Unione forense per i diritti dell’uomo. Il ricorso, rubricato con il n. 27765/09, è stato promosso con l’appoggio dell’Unione forense. In esso vengono individuati numerosi motivi di censura riguardo alla condotta delle autorità italiane in occasione di tali respingimenti.
A parlarne è lo stesso avvocato Lanna: “Nel ricorso noi solleviamo diverse questioni, relative principalmente alla non ottemperanza di quanto previsto negli articoli n.3 della Convenzione per i diritti dell’uomo (divieto di tortura e di maltrattamenti, ndr), art.4 del Protocollo 4 allegato alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (divieto di espulsioni collettive di stranieri, ndr) e art. 13 della Convenzione (impossibilità di effettuare ricorso, ndr)”.
Un momento importante, come sottolinea lo stesso Lanna: “Si tratta di un caso di grande interesse a livello mondiale. Basti pensare che tra i terzi intervenuti nella causa troviamo due organi importanti dell’Onu come L’alto Commissariato per i rifugiati e l’Alto Commissariato per i diritti umani. Ci sono poi le più importanti organizzazioni non governative e associazioni, fino ad arrivare alla Columbia University”.
E continua: “Il ricorso, affidato dapprima a una Camera semplice, è stato attribuito per la decisione alla Grande Camera della Corte europea, composta da ben 17 giudici. Sarà un momento importante, perché la decisione toccherà le politiche dell’immigrazione italiane e avrà ripercussioni sulle politiche europee e sull’apertura o chiusura verso gli stranieri degli stessi Stati membri. Se verrà bocciata questa politica italiana, come mi auguro, ci saranno ripercussioni a livello europeo e anche mondiale”.
I tempi? “La decisione si avrà dopo l’estate. Ma siamo molto fiduciosi”. (da.iac)
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