Rampini: meno G8 e più BRICS

by Editore | 8 Giugno 2011 7:19

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“Rampini era nei luoghi dove succedevano le cose, ha vissuto in Kossovo nei giorni più difficili, è stato due volte in America, prima e dopo la crisi, è l’uomo che ci ha insegnato a parlare dei paesi emergenti, Cina, India, Brasile, Russia, Sud Africa, in modo nuovo coniando, peraltro, parole nuove come Cindia. Basta leggere i titoli dei suoi libri per capire che ha raccontato le cose mentre stavano accadendo, a volte anticipandole”. Con queste parole Alberto Faustini ha introdotto il giornalista attualmente al seguito di Barack Obama e quindi testimone, ancora una volta in prima persona, del corso della storia. BRICS è una sigla che indica Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, cioè paesi delle economie emergenti che hanno avviato ormai da qualche tempo incontri e vertici condivisi: “C’è un comune sentire di questi paesi che s’incontrano periodicamente e decidono assieme molte strategie – ha spiegato Federico Rampini -. Bisogna abituarsi all’idea che non siamo più noi occidentali a dettare le regole, i confini della libertà  economica vengono decisi da altri soggetti. In sostanza il baricentro dell’economia si sta spostando in Asia e questo continente torna ad essere il motore della storia come lo è stato cinque secoli fa. Nel 1500 quello che oggi chiamiamo Occidente occupava il 10% del pianeta e rappresentava il 40% della ricchezza mondiale. Questo voleva dire che il 60% della ricchezza si trovava altrove, principalmente in Asia, dove le potenze più avanzate erano Cina ed India. Poi per cinque secoli l’Occidente è avanzato ed ha raggiunto il suo culmine alla vigilia della prima guerra mondiale, quando attraverso gli imperi controllava fino al 70% del pianeta con l’80% della ricchezza che apparteneva alla razza bianca. Ma oggi stiamo tornando rapidamente agli equilibri del 1500”.

Barack Obama ha capito questo processo: “Questo straordinario statista ha una visione moderna del mondo e sta concentrando la maggior parte del suo interesse strategico proprio sull’Asia – ha detto Rampini -. Purtroppo la storia gli ha assegnato il compito di gestire una fase di declino degli Stati Uniti d’America, ed è un destino davvero tragico, che lui tuttavia compie con intelligenza e senza rinunciare a un’idea di universalità  dei valori”. Per certi versi è riuscito ad anticipare alcune evoluzioni della storia: “La sua visione del mondo arabo è molto diversa dalla nostra. Lui pensa alla rivolta che sta infiammando i paesi del Nord Africa come alla caduta del muro di Berlino, per questo ha offerto loro una sorta di piano Marshall, per aiutarli in questa delicata fase a costruire democrazie e a intraprendere un percorso di tutela dei diritti prima della donna e poi dell’uomo. I diritti della donna è un suo personale metro di misura del progresso. Ed è venuto in Europa a dirci che abbiamo, con questi paesi, un compito comune, dobbiamo coordinare il loro sviluppo verso la democrazia”.

Rampini ha poi colto l’occasione per farci fare il giro del mondo in 40 minuti. “La Cina è il modello che si sta dimostrando più refrattario ad introdurre il nostro sistema di libertà . Sono riusciti a risolvere il problema della fame, della mortalità  infantile, dell’alfabetizzazione, ma per altri aspetti sono un regime totalitario che impedisce la libertà  di stampa e di espressione. Tra gli altri l‘arresto di Ai Weiwei[1], celebre architetto cinese divenuto famoso nel mondo per il progetto dell’avvenieristico stadio olimpico di Pechino, noto come ‘il nido’ dimostra la debolezza del regime. A tal proposito Unimondo ha incalzato l’inviato di Repubblica ricordando che in Cina la corte suprema ha chiesto una moratoria sulla pena di morte[2]. Rampini ha risposto che le esecuzioni continuano. 5.000 all’anno. Non solo. Pechino sta anche perseguendo una politica di riarmo, soprattutto della marina, molto forte che sicuramente desta alcune preoccupazioni”. L’India invece è un paese dove i giornali sono diffusissimi e dove la partecipazione al voto è davvero elevata, soprattutto nelle classi più povere: “La speranza di vita di un indiano è di 10 anni minore che quella di un cinese, l’alfabetizzazione si ferma al 75% contro il 95% della Cina con una forte differenza fra maschi e femmine, ma la loro stampa è molto vigorosa nel denunciare gli episodi di corruzione della classe politica e la partecipazione al voto è elevatissima, con punte di 700 milioni di cittadini alle urne. Preoccupante, questo si, è la situazione della libertà  di stampa[3] in Italia. L’India, inoltre, non sposa il modello occidentale di economia, perché ha posto dei limiti precisi alla possibilità  delle grandi banche di operare sul prezzo di materie prime come riso, zucchero e soia, oltre a sorvegliare attentamente gli effetti della globalizzazione sul mercato interno”. Insomma, in India, sulla fame non si specula[4], come riporta la nostra campagna per l’expò 2015.

Altro modello è il Brasile, dove l’ex presidente Lula ha fatto entrare questo paese fra le potenze emergenti, con una crescita del 7% del Pil annuo – (Cina è al 10% ed India all’8%) – e al contempo è riuscito, nonostante la fase di sviluppo così tumultuoso, a ridurre il divario fra ricchi e poveri: “E’ una socialdemocrazia dove viene data la cosiddetta “borsa famiglia”, ovvero sussidi alle madri (e solo a loro) finché continuano a mandare i figli a scuola e dove 20 milioni di brasiliani sono usciti dalla miseria ed entrati nel ceto medio”. Infine l’Indonesia: “E’ la quinta nazione del mondo – ha aggiunto Rampini – ed è a maggioranza islamica ma è uno stato laico e democratico che ha resistito ai tentativi di infiltrazioni estremiste. Va osservato perché sarà  tra i prossimi paesi ad entrare nel club delle potenze del BRICS”. In conclusione: “Qualcosa di buono sta succedendo anche in Italia – ha commentato il giornalista – perché ero a Milano lunedì sera a godermi quella straordinaria piazza del Duomo. Esiste anche qui una società  civile e soprattutto esistono tantissime città  di medie dimensioni ricche e vivaci culturalmente”.

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Endnotes:
  1. ‘arresto di Ai Weiwei: http://it.peacereporter.net/articolo/27770/Cina,+arrestato+l%27architetto+Ai+Weiwei
  2. moratoria sulla pena di morte: http://it.peacereporter.net/articolo/28642/Cina,+Corte+Suprema+chiede+moratoria+sulla+pena+di+morte
  3. libertà  di stampa: http://www.unimondo.org/Guide/Informazione-e-Cultura/Liberta-di-stampa
  4. sulla fame non si specula: http://sullafamenonsispecula.org/

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/06/rampini-meno-g8-e-piu-brics/