Quell’asse con i servizi segreti “Formidabile arma di pressione”
ROMA – Bisignani, Papa e i servizi segreti. «Legami e consuetudine di frequentazione consolidate». «Una delle più formidabili armi utilizzate dal sodalizio per esercitare la propria capacità di accreditarsi, di influenzare e condizionare per ottenere indebiti vantaggi», scrivono i pm napoletani John Henry Woodcock e Francesco Curcio. Un’arma dalla lama affilata. Sono parecchi, spiegano i magistrati, gli «esponenti di vertice dei servizi di sicurezza» con cui gli indagati hanno rapporti. Le toghe fanno nomi e cognomi, riportano episodi, luoghi, frequenze degli incontri.
Innanzitutto il vice direttore dell’Aisi, il generale Paolo Poletti, con cui Papa «è solito incontrarsi o appartarsi nei locali della libreria Feltrinelli nella Galleria Sordi a Roma con sistematica cadenza settimanale, utilizzando o, forse sarebbe meglio dire ostentando, tali legami come strumento di pressione». Un altro “amico” è il direttore dell’Aise, il generale Adriano Santini, che «aveva scelto proprio Bisignani» – del quale si fanno notare i «numerosi precedenti penali» e le condanne «con sentenze passate in giudicato per gravissimi reati contro la pubblica amministrazione» – «come intermediario per un appuntamento di presentazione con il presidente del Copasir, Massimo D’Alema, consentendo ancora prima di fargli una sorta di “precolloquio” a casa della madre dello stesso Bisignani».
Non solo quindi la vicenda della raccomandazione di uno degli indagati, il maresciallo “talpa” Enrico La Monica: tra i servizi e le menti della P4 le questioni in sospeso sono molte di più. Quasi rapporti di affari. È lo stesso Santini, il 15 dicembre, a raccontare: «Bisignani mi accompagnò dal presidente D’Alema certamente prima della mia nomina a direttore dell’Aise. Ricordo che mi chiamò e mi disse che D’Alema aveva piacere di incontrarmi, ci vedemmo in una fondazione a piazza Farnese». Poco importa che, sull’episodio, sia il presidente del Copasir sia il faccendiere (che chiama in causa anche Italo Bocchino, il quale però ha smentito di aver mai conosciuto Santini, versione confermata anche da quest’ultimo) siano concordi nel dire che il generale all’epoca era già direttore dell’Aise. È un fatto che l’incontro non convinca i pm: «Impressiona il fatto che un alto ufficiale dell’esercito, capo dei servizi di sicurezza militari in pectore così docilmente si facesse “intervistare” da Bisignani».
Il Copasir sta a cuore a Bisignani. Tanto da essere oggetto anche di una conversazione con il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro: «Ho saputo che il Copasir vorrebbe parlare di quella cosa che…», dice il rappresentante del governo al lobbysta. Per Woodcock e Curcio è «inquietante che Bisignani e il prefetto Pecoraro parlino dell’ordine del giorno del Copasir».
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