“Trasporti, assicurazioni e farmacie la competizione resta fuori dalla porta”

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ROMA – Farmacie, assicurazioni, trasporti, banche. E ancora, conti correnti, mutui, Rc auto, carburanti, diritti d’autore. Sono questi gli ambiti evidenziati dall’Antitrust, vere e proprie zone grigie, in cui la concorrenza in Italia è ancora un lusso. Perché non c’è, i cartelli sono evidenti, impenetrabili i settori. Un intreccio che si traduce, per gli utenti, in disservizi e tariffe alte. E che blocca la crescita del Paese, scarnificandone la «vitalità », come riferito ieri da Antonio Catricalà  nella sua ultima relazione da presidente dell’Autorità  al Parlamento.

Il primo forte richiamo dell’Antritust riguarda le reti. «Su chi le possiede in esclusiva grava una speciale responsabilità », ammonisce Catricalà , «ma i monopolisti danno l’impressione di volerla eludere». Il riferimento è a telefonia, treni e sistema postale. «Un presunto abuso di posizione dominante è stato contestato al gruppo Ferrovie, due a Telecom, due a Poste», ricorda Catricalà  che poi affonda sui «pericolosi tentativi di chiusura dettati da interessi particolari» in altri mercati, come «le farmacie, le assicurazioni, alcune professioni e i trasporti». In particolare, è soprattutto nei trasporti – ferrovie, autostrade e aeroporti – ma anche nella governance di banche e assicurazioni, spesso collegate in modo inestricabile, che Catricalà  individua «i settori sui quali è prioritario introdurre assetti di mercato realmente competitivi», in grado di rilanciare la ripresa.
Per banche e assicurazioni, il richiamo poi raddoppia. L’Antitrust, annuncia il presidente, ha aperto due nuove indagini sugli istituti bancari. Una sui costi dei conti correnti, per verificarne l’effettiva riduzione dopo il ribasso fino al 36% nelle commissioni interbancarie. E l’altra sulle assicurazioni legate ai mutui. Le banche sono «sospettate di subordinare nei fatti la concessione dei mutui alla sottoscrizione di polizze vita particolarmente costose», nonostante siano facoltative e, dal primo giugno scorso, il loro costo debba rientrare obbligatoriamente nel Taeg, il tasso annuo effettivo. Per quanto riguarda le assicurazioni, l’Antitrust torna sui premi Rc auto, aumentati nel 2010 anche del 25% per gli autoveicoli e di oltre il 35% per i motocicli. «Le compagnie riversano sui consumatori le maggiori spese derivanti dall’inefficienza», ribadisce Catricalà .
Altro tema toccato nella relazione è quello sui diritti d’autore. «Serve una legge nazionale», dice Catricalà , ricordando l’istruttoria dell’Antitrust su Google e sottolineando l’«oggettivo squilibrio tra il valore che la produzione editoriale genera per Internet nel suo complesso e i ricavi che gli editori online sono in grado di percepire». Richiamo molto apprezzato dalla Fieg, la federazione degli editori. Soddisfatte, infine, anche le associazioni dei consumatori per il riferimento ai prezzi della benzina che «restano alti e continuano a crescere», anche quando il costo del barile cala, come negli ultimi giorni. Per l’accenno alle «scorrettezza commerciali» in diversi settori che rendono spesso impossibile il recesso dai contratti e, dunque, ostacolano la «mobilità  tra operatori concorrenti». E per l’ammonimento alle imprese che utilizzano «agenti, promotori e operatori di call center» non qualificati che, sono all’origine della sottoscrizione non consapevole o, peggio, estorta di contratti. In questi casi, vige la «diretta responsabilità  dei committenti», ricorda l’Autorità .

 


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