“Possibile contagio per Italia e Belgio”
BERLINO – «L’Italia, e anche il Belgio, rischiano di essere contagiati da un default della Grecia». E’ l’allarme lanciato dal presidente dell’Eurogruppo, il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, in un’intervista alla Sueddeutsche Zeitung, alla vigilia del consulto europeo che comincia oggi. «Con la richiesta tedesca di partecipazione delle banche private al salvataggio stiamo giocando col fuoco», ha avvertito Juncker. E poche ore dopo, la cancelliera Angela Merkel a Berlino esprimeva posizioni opposte: «un coinvolgimento volontario ma con contributi sostanziali degli istituti di credito privati al soccorso della Grecia è indispensabile, altrimenti il default di Atene aprirebbe una crisi peggio di quella del 2009, una reazione a catena incontrollabile».
Sale dunque l’allarme, e in Europa due linee si confrontano, oggi e domani i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo e dell’Ecofin dovranno dare il via libera alla quinta tranche, da 12 miliardi di euro, del prestito Ue-Fmi da 110 miliardi concesso ad Atene un anno fa, ma anche decidere sulle modalità di un nuovo intervento. Secondo Juncker, «la crisi greca potrebbe contagiare anche Belgio e Italia, a causa dell’elevato debito pubblico, oltre a Portogallo e Irlanda, prima di estendersi alla Spagna». Il problema, egli afferma, è che proprio l’ipotesi di partecipazione delle grandi banche private al salvataggio di Atene, chiesta dalla Germania «per sue ragioni di politica interna, potrebbe spingere le agenzie di rating a catalogare la Grecia nel numero dei paesi insolventi, con conseguenze catastrofiche per la moneta unica: stiamo giocando col fuoco».
Per Angela Merkel, invece, «aiuti sostanziali delle banche private sono indispensabili a evitare che l’Europa precipiti in una crisi peggiore di quella scatenata nel mondo dal fallimento di Lehman Brothers. Il punto è che non saremmo più in grado di controllare gli effetti d’un eventuale default di un paese dell’eurozona». La Merkel ha anche rilanciato la richiesta di un’alternativa europea alle agenzie anglosassoni di rating.
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