“No alla Confindustria se comporta ostacoli”
GAVI (AL) – La Fiat non rimarrà in Confindustria se l’associazione degli industriali «sarà un ostacolo che offre appigli legali a coloro che hanno perso il referendum in fabbrica». Così Sergio Marchionne a margine del lancio italiano del Fiat Freemont, uno dei primi modelli nati dall’integrazione tra Torino e Detroit. «Apprezzo il lavoro che sta facendo Emma Marcegaglia – aggiunge l’ad – le nostre intenzioni sono buone». E annuncia che «entro il mese» incontrerà i leader dei sindacati del sì, Bonanni e Angeletti: «La data è già fissata». La Fiat uscirà dunque da Confindustria? Il manager della Fiat si limita a commentare: «Oggi no». La reazione di viale dell’Astronomia è immediata e piccata: «Noi non offriamo ostacoli né appigli legali a nessuno. La nostra è un’associazione libera e per noi vale quel che ha dichiarato nei giorni scorsi il vicepresidente Alberto Bombassei». Inizia con questa schermaglia una delle settimane cruciali per il braccio di ferro tra il Lingotto e la Fiom proprio sui contratti. Settimana che culminerà sabato al tribunale di Torino con la prima udienza del processo intentato dai metalmeccanici della Cgil contro l’accordo separato di Pomigliano.
Migliori sembrano i rapporti con il sindacato americano che, attraverso il fondo pensionistico Veba mantiene oggi poco più del 40 per cento delle azioni Chrysler. «Attualmente – garantisce Marchionne – non ci sono trattative con Veba. Penso che per loro la soluzione migliore sia quella di attendere la quotazione di Chrysler». Che comunque «non arriverà nel 2011». Il nodo da sciogliere è il valore della quota perché, osserva ancora Marchionne, un esborso ulteriore di denaro rischierebbe di mettere a rischio il rating di Fiat. Più della finanza vale, ovviamente, il mercato. Fiat si aspetta di vendere in Europa nel 2011 30 mila Freemont. E a chi gli chiede se oggi Fiat sarebbe ancora interessata ad acquistare Opel, Marchionne risponde scacciando in fretta il fantasma dello smacco tedesco di due anni fa: «Con Gm quel che è fatto è fatto, non mi interessa più».
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