“La Russia unico fornitore sicuro in arrivo il boom delle auto a gas”

by Editore | 3 Giugno 2011 7:24

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PRAGA – Più gas per l’auto, fine delle beghe sui contratti a lungo termine, lo spauracchio South Stream che diventa carro dei vincitori, le buone prospettive del mercato mondiale. E un prezzo del metano che risalirà  di almeno un 25% nel 2011, grazie alla ripresa della domanda, i ripensamenti sul nucleare, le tensioni in Nord Africa. Alexey Miller, presidente del cda di Gazprom, ha traguardato 10 anni alla guida del gigante dell’energia e ne inizia altri 5. «Diversi fattori critici spingono a ripensare le idee europee su diversificazione e sicurezza degli approvvigionamenti. Siete sicuri che per ridurre la dipendenza dai cattivi russi volete rischiare di balcanizzare le forniture chiedendole a paesi politicamente instabili, tipo Libia?».

Voi vendete gas via tubo a prezzi molto oltre il mercato spot, e i vostri clienti, tra cui Eni ed Edison, fanno la fila per modificare i costosi contratti take or pay. Come li accoglierete?
«Chiunque venga da noi sostiene che nel suo paese ha il gas più caro del mondo. Il take or pay è la base dei contratti a lungo termine, nell’industria del gas servono decine di miliardi per sviluppare un giacimento e distribuire la materia prima, nulla si sarebbe mai formato con il mercato spot, che non giustifica gli investimenti. Posso dire che, probabilmente, nel 2011 i nostri volumi di offerta all’Italia corrisponderanno ai contratti, perché la domanda per il gas russo cresce di mese in mese. Nel primo trimestre dell’anno +12%, in aprile e maggio +22%. E’ primavera e l’Europa compra come fosse inverno. Quindi non vedo più questo problema: i take or pay dei clienti sono ritirati al 100%».
Parliamo del South Stream: Usa e Ue hanno attenuato i loro ostracismi al gasdotto, ma l’Eni vostro partner nel consorzio ha mostrato grande freddezza fin dall’avvio. Cercherete altri soci?
«Premesso che Eni è il nostro miglior partner europeo, le racconto un aneddoto. Il 25 maggio abbiamo presentato il progetto a Bruxelles ma il mio amico Paolo Scaroni mi aveva detto che probabilmente non ci sarebbe venuto. La mattina del 25 Scaroni vola, si siede nel panel e fa un intervento. Questa storiella dimostra il cambio di opinione su South Stream. In agosto concluderemo gli studi di fattibilità , decideremo la portata e finalizzeremo il tracciato. Poi si parte e chi vuole starci starà  benissimo».
Non le fa paura il gasdotto rivale Nabucco?
«Nabucco non è un rivale. Perché cerca di diversificare le fonti, non il percorso, come noi. Poi Nabucco ha annunciato un ritardo di due anni: una stima molto ottimistica».
La fortuna dei tubi è che i prezzi del gas sono tornati a salire. Che previsioni fate?
«Dopo il picco del petrolio nel 2008, e i crolli, viviamo in una fase più lunga di prezzi medio-alti. E il gas è legato al prezzo del greggio da una formula. Malgrado la volatilità  del mercato trovo realistiche stime di 500 dollari per 1.000 metri cubi. E il prezzo medio 2011 sarà  almeno 100 dollari più che nel 2010».
Prezzi “europei”. Poi c’è la Cina, che paga poco ma vi interessa sempre più. Si profila un cambio di cavallo?
«India e Cina sono due tra i più grandi e veloci mercati al mondo. Hanno un’altra scala rispetto all’Europa: investire decine di miliardi là  non scompongono nessuno. Pensiamo a gasdotti in Cina e in India, ma anche al mercato del trasporto via nave. L’Europa è un mercato regionale».
Aprendo il 14° forum Ecb ha detto grandi cose sull’auto a gas, ma i tedeschi preferiscono l’elettrica. Voi su quale puntate?
«Gazprom stima entro il 2030 di vendere all’Europa 80 miliardi di metri cubi l’anno di gas per auto, metà  del vostro fabbisogno attuale. Il motore a gas è il futuro, per ragioni di emissioni e di costi. Un tassista a Roma spende 10 euro di gas per le corse di una notte (200 km) e fino a 25 euro se ha un diesel».
Der Spiegel l’ha descritta come “braccio energico del Cremlino” e “secondo ministro degli esteri russo”. Si riconosce?
«Tutti clichè. Sono il manager di una major globale, molto veloce nel prendere decisioni e a reagire a ogni evento mondiale, anche in giornata. Facciamo pianificazione pluriennale su produzione, trasporto, distribuzione, stoccaggio, su un’area come la Russia e in tutti i paesi dove vendiamo. Ho altri cinque anni di duro lavoro davanti».

 

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