“Io, sindaco leghista, dico no all’acqua privata”

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MILANO – Leghista un po’ eretico e sindaco di Varese, Attilio Fontana voterà  Sì ai due referendum sull’acqua.
Perché?
«Privatizzare l’erogazione dell’acqua è dannoso. Dove è stato fatto, penso alla Toscana, la qualità  del servizio non è certo migliorata, e perdipiù le bollette sono aumentate».
La privatizzazione, è la tesi del governo, serve a trovare i capitali per investire nella rete di distribuzione…
«Di questo passo si finisce per investire solo dove c’è la certezza di essere remunerati. Ma in questo modo l’acqua costerà  di più, non c’è niente da fare. E invece ci sono investimenti che devono avere una valenza sociale: bisogna pur portare l’acqua anche in zone poco interessanti per i privati, e questo lo può fare solo il pubblico. La legge approvata e sulla quale si va al voto è troppo rigida».
In che senso?
«Negli altri Paese europei funziona più o meno così: i privati intervengono solo quando il pubblico non riesce a garantire un servizio di erogazione adeguato. Non vedo perché si debba costringere a privatizzare il servizio anche laddove le cose vanno bene».
Bossi ha detto che questo quesito sull’acqua è «attraente»…
«Non è che mi sono accodato, contro la privatizzazione dell’acqua mi batto da tempo. Sull’argomento ricordo di essermi scontrato con l’allora ministro del Pd Lanzillotta, che mi diede addirittura del vecchio arnese».
E gli altri referendum?
«Non li voterò, e spero non raggiungano il quorum. Sul nucleare ritengo utile una pausa di riflessione, per verificare se le energie alternative possono essere considerate davvero tali. E sulla giustizia penso sia necessario tutelare in qualche modo il premier e le alte cariche dello Stato mentre esercitano le loro funzioni. Come del resto avevano previsto i nostri padri costituenti con l’immunità  parlamentare».
Immunità  o impunità ?
«In assenza di tutela c’è il rischio che qualsiasi reato ti possa essere contestato per ragioni politiche. Il mondo non ruota attorno a Berlusconi… Comunque i cittadini devono votare liberamente, senza essere condizionati dal fatto che il governo può continuare oppure cadere a seconda dei risultati dei referendum».
Niente spallate, insomma.
«Questa è una autentica stupidata. Se il governo dovesse andare in crisi, sarà  per altri motivi, non per gli esiti di questa consultazione. Sarà  perché non riesce più a proseguire sulla strada delle riforme, perché ci sono spaccature nella maggioranza, perché non si portano a casa i risultati che erano stati promessi».
Due partite diverse, lei dice.
«Sì. Altrimenti per evitare che cada il governo io, da esponente della Lega, dovrei dire che sono d’accordo con la legge sull’acqua. Ognuno deve decidere in base alla propria coscienza, senza farsi condizionare dal partito che vota. In questa occasione io mi sento libero anche da quello che dice Bossi».

 


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