Opg, solo 10 regioni si sono attivate per potenziare le possibilità  di cura

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ROMA – “Dei 5 milioni di euro erogati dal ministero della Salute dopo l’intervento della Commissione d’inchiesta, solo dieci regioni si sono attivate e hanno chiesto il finanziamento per potenziare le loro possibilità  di cura, le altre non hanno neanche fatto domanda, questo è davvero inaccettabile”. Così Ignazio Marino presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale a margine del convegno “Se questo è un ospedale” sulle criticità  degli Ospedali psichiatrici giudiziari a tre anni dall’entrata in vigore del Dpcm 1° aprile 2008. All’incontro ha partecipato anche il presidente del Senato, Renato Schifani. “Abbiamo ottenuto che fossero erogati subito – ha spiegato Marino -, all’inizio di questo 2011, 5 milioni di euro perché le persone che non sono pericolose socialmente devono avere il diritto riconosciuto alla cura nei loro territori, perché sono ammalati e devono essere curati con il rispetto della dignità  della persona”. Non tutte le regioni, però, hanno risposto positivamente. Alla data del 29 marzo 2011 le regioni che hanno presentato un progetto e ottenuto accesso al fondo sono l’Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. Le regioni restanti, invece, non hanno presentato alcun progetto fino a fine marzo.

Tuttavia, ha precisato Marino, gli obiettivi individuati dalla Commissione sono chiari. “Vogliamo arrivare alla chiusura di questi luoghi che non sono ospedali – ha spiegato -, sono ancora dei manicomi criminali e abbiamo cercato, con una giornata come quella di oggi, di ascoltare le voci di tutti gli attori e di tutti gli operatori perché vogliamo un percorso condiviso per completare questo percorso nei prossimi mesi”. Ad oggi, oltre ai progetti presentati dalle regioni, i risultati raggiunti sui territori non sono del tutto omogenei e nonostante ci siano dei buoni esempi, non mancano le criticità  ancora irrisolte. “Purtroppo i risultati raggiunti sono diversi sia dal punto di vista dell’attenzione alla persona che dell’amministrazione economica delle risorse – ha aggiunto -. Ci sono ospedali psichiatrici giudiziari che dopo l’intervento della Commissione di inchiesta hanno dimesso e affidato alle cure nei territori in comunità  dove vengono assistiti e curati quasi l’80% dei pazienti che non rappresentano pericolo sociale e che quindi possono e hanno diritto di essere curati vicino alle loro abitazioni. Vi sono altri ospedali psichiatrici giudiziari dove la percentuale dei pazienti dimissibili che sono stati veramente dimessi è davvero irrisoria. Penso ad Aversa, dove su 59 che potrebbero essere dimessi ne sono stati rifiutati dalle aziende sanitarie locali ben 50 quindi quasi tutti”.

Il lavoro della Commissione, ha concluso Marino, è ormai al traguardo, ma occorre ancora sentire le diverse opinioni sul futuro degli Opg. “Formuleremo le nostre indicazioni all’aula del Senato della Repubblica – ha precisato Marino – e la presenza del Presidente del Senato in questa occasione è legata alla volontà  di superare gli ospedali psichiatrici giudiziari. Tuttavia non abbiamo ancora scritto la nostra relazione finale perché pensavamo fosse giusto ascoltare gli operatori e anche dagli interventi di oggi emergono delle differenze: c’è chi ritiene che gli Opg debbano essere chiusi, altri invece che debbano essere mantenuti, ma modificati sostanzialmente. Noi nel nostro lavoro di legislatori dobbiamo tener conto di queste opinioni e assumerci la responsabilità  della decisione finale”. (ga)

 

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