Oltre un milione e mezzo di euro per “conoscere” i rifugiati. Pochi i dati raccolti

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ROMA – E’ costato 1.517.818,11 euro il progetto Nautilus “dall’accoglienza all’integrazione”, finanziato con il Fondo europeo per i rifugiati attraverso il ministero dell’Interno. Doveva raccogliere i dati su diecimila questionari ma ne ha collezionati solo 1083. Tuttavia, è stato già  rifinanziato per un secondo progetto che partirà  entro un mese e mezzo. Nautilus è stato realizzato dal Consorzio Connecting People, capofila della ricerca e gestore di servizi in molti centri Cara e Cie in tutta Italia, con la partecipazione del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università  La Sapienza, l’Aiccre, l’Organizzanzione internazionale delle migrazioni (Oim) e il Consorzio Mestieri, che fa parte del Consorzio Cgm assieme a Connecting People. “Per fare orientamento ai richiedenti asilo bisogna conoscerli e a questo serve il progetto Nautilus”, ha detto la dott.ssa Matscher, presente come tecnico del Viminale oggi alla presentazione dei risultati della ricerca. La realizzazione e l’elaborazione dei questionari è stata curata da Mario Morcellini, direttore del dipartimento Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università  La Sapienza di Roma. Secondo il sociologo,  “i dati su 1083 questionari  sono pochi rispetto alle aspettative ma moltissimi come cluster, più che adeguato a darci le risposte”.

A margine dell’incontro abbiamo chiesto a Giuseppe Scozzari, presidente del Consorzio Connencting People, i motivi per la riduzione del numero dei questionari a un decimo di quelli previsti. “Quando abbiamo iniziato – spiega – il fenomeno migratorio era notevolmente ridotto e anche le presenze erano più basse, quindi siamo partiti svantaggiati dalla presenza ridotta del 30% rispetto a quando abbiamo fatto il progetto nel 2008, in cui c’era invece la fase acuta degli sbarchi a Lampedusa. Successivamente è iniziata la seconda fase di arrivi dopo gli eventi del Maghreb, adesso le presenze ci sono e stiamo aumentando le interviste”. Scozzari precisa che “il progetto è stato controllato dal ministero dell’Interno con un’ispezione formale e solo dopo aver visto che gli obiettivi erano stati raggiunti è stata finanziata la seconda parte, che partirà  entro un mese e mezzo, per inziare questi progetti di job matching per fare incontrare domanda e offerta del lavoro nei territori”. (raffaella cosentino)

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