Oltre 180 mila i pazienti curati dai 540 Sert italiani

by Sergio Segio | 21 Giugno 2011 17:03

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MILANO – Nel corso del 2010, i 540 Ser.T attivi sul territorio nazionale hanno curato oltre 180 mila pazienti, di cui 106mila dipendenti da eroina in cura con farmaci agonisti (come metadone o bupremorfina). “Una terapia fatta di farmaci ma anche di counseling sociale e terapie psicologiche, che ha prodotto 34 milioni di giornate libere dalla droga. Che si traducono in 1 miliardo 700 milioni di euro sottratti alla criminalità  organizzata. Soldi che altrimenti sarebbero stati spesi speso per l’acquisto di sostanze stupefacenti”. E’ la stima di Pietro Fausto D’Egidio, segretario esecutivo nazionale di Federserd (Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze), che oggi a Milano ha presentato una ricognizione, svolta in collaborazione con Eurisko, sul problema della tossicodipendenza e sul ruolo delle terapie disponibili (vedi lancio seguente).

I Ser.T si candidano quindi come importante strumento di contrasto alla microcriminalità  sul territorio: “Pensiamo, ad esempio, ai reati predatori commessi da chi deve comprare una dose di eroina: furti, rapine e scippi”, aggiunge D’Egidio. Un benefico “effetto collaterale”, dal momento che il principale obiettivo dei Ser.T resta la cura della persona che soffre di dipendenza da sostanze stupefacenti e, in questo caso, della dipendenza da eroina.

“Nel corso del 2009 lo Stato e le Regioni hanno speso circa 950 milioni di euro per il funzionamento dei Ser.T e delle comunità  terapeutiche”, spiega Alfio Luchini, direttore del dipartimento delle dipendenze presso Asl Milano 2 e presidente nazionale Federserd. Ma occorre fare di più, per incrementare le potenzialità  dei servizi. “In 30 anni i bisogni dei territori sono aumentati spaventosamente”, puntualizza Pietro Fausto D’Egidio. Manca, ad esempio, il ricambio generazionale tra i medici (solo il 7% ha meno di 45 anni) senza dimenticare l’elevato carico di lavoro che ciascuno deve affrontare: ogni medico, infatti, ha in carico 124 pazienti con terapie agoniste. “Occorrerebbe raddoppiare il numero di Ser.T e di operatori – conclude D’Egidio – investire su questi servizi permette alla società  di risparmiare”. (is)

 

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