Oli deodorati e cibi scaduti La mafia a tavola

by Editore | 22 Giugno 2011 8:42

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«Ora si prescrive in tempi brevissimi» , spiega, e «per smantellare le grandi organizzazioni criminali» servirebbero intercettazioni e agenti sotto copertura. Eccessivo? No a giudicare dal volume di affari, che, si legge nel rapporto, è di 12,5 miliardi di euro, in un settore che rappresenta il 16,2%del Pil. Spiega il capo dei Nas, Cosimo Piccinno: «Un euro investito nella filiera può consentire guadagni che sfiorano il 400%, con rischi penali ridotti» . Malgrado lo sforzo degli investigatori: negli ultimi 3 anni i carabinieri (nella foto, un controllo) hanno sequestrato 150 mila tonnellate di alimenti irregolari, la Guardia di finanza 842 tonnellate. Si va dall’olio «deodorato» per mascherarlo da extravergine, scovato dal Corpo forestale dello Stato, ai falsi dop come il pomodoro cinese, agli alimenti scaduti rietichettati e a quelli contaminati dai rifiuti ed esalazioni tossiche. In più ogni anno vengono sottratti al made in Italy 51 miliardi di euro. «Perché la legge lo consente. Anzi l’Italian sounding— fa notare il presidente Coldiretti Sergio Marini— è stato finanziato dallo Stato» . Che fare? Per Grasso occorre affidare alla magistratura un coordinamento e accorciare la filiera dal produttore al consumatore che produce reati lungo tutto il percorso, spesso anche all’estero. «I crimini vanno alla velocità  della luce, noi con la diligenza» , spiega il pm più amato dai consumatori, Raffaele Guariniello: «La globalizzazione dovrebbe essere anche per le indagini, ma c’è sempre riottosità . Basti pensare a quanti problemi ci ha creato la Germania. Se poi c’è di mezzo la Cina tutto si complica» . Servono più controlli, ma anche indagini più incisive, aggiunge Guariniello: «Occorre una superprocura esperta della tutela della salute che entri anche nei cda: perché certi problemi sono frutto di scelte aziendali» . Per il presidente Anm, Luca Palamara, servono nuove fattispecie di reato e depenalizzare ma non i reati alimentari. Perché, conclude Grasso: «Noi dobbiamo tutelare la salute dei nostri figli» . 

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