Non lasciamoli soli. Tutti a Chiomonte

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La Val di Susa è un bene comune come lo è l’acqua, l’aria, l’istruzione, la salute, la cultura, il lavoro. Il rischio è che la «Libera Repubblica della Maddalena» venga spazzata via con una repressione pari a quella che abbiamo visto e subito a Genova dieci anni fa. Sappiamo tutti che è così e nessuno potrà  dire: «Io non lo sapevo». Qualche giorno fa abbiamo vinto un referendum, adesso si tratta di mettere in pratica il referendum.
Gli abitanti della Val di Susa non possono essere lasciati soli, per questo invito tutte e tutti coloro che hanno una carica istituzionale, che hanno avuto una carica istituzionale, che sono giornalisti, intellettuali, sportivi, religiosi. Invito tutti coloro che una volta soltanto sono apparsi in televisione o che sono stati citati da un giornale ad andare a passare una notte a Chiomonte, per documentare, fotografare, dire e raccontare cosa sappiamo avverrà  in Val di Susa e non vogliamo avvenga nell’ombra. Invito cioè tutti e tutte coloro che hanno una «figura pubblica» a mettere a disposizione una parte del proprio tempo – e della propria incolumità  fisica – per impedire lo scempio di democrazia e civiltà  che il Ministro Maroni ha annunciato in val di Susa. Per quanto mi riguarda passerò domenica notte a Chiomonte.


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La procura della Repubblica di Taranto ha notificato ieri mattina un atto in cui ai tre custodi giudiziali ed al presidente Bruno Ferrante nella sua duplice veste di custode amministrativo e presidente del cda, i pm chiedono l’ottenimento nel minor tempo possibile, dell’elenco degli interventi necessari per fermare le emissioni inquinanti, con i relativi costi e i tempi d’esecuzione.

Notizie dal fronte

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La situazione è sotto controllo, dicono. Per la prima volta è stato confermato, da alcuni studiosi dell’Università  di Kanazawa che le tracce di plutonio trovate nei pressi della centrale di Fukushima non sono, come sin qui sostenuto, residui di esplosioni nucleari altrui, al largo del Pacifico, ma decisamente indigene. Ma sono comunque «accettabili», inferiori a quelle lasciate in passato dai vari test nucleari. Possiamo stare tranquilli, insomma.

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