Moody’s, sotto osservazione le principali società  pubbliche italiane

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I rating attuali delle società  poste osservazione sono A2 per Enel, Aa3 per Eni, A3 per Finmeccanica, Aa2 per Poste e A2 per Terna. Oltre che sulle caratteristiche specifiche di ogni società , nella propria valutazione Moody’s, in generale, “si concentrerà  sui singoli profili di liquidità  e sull’esposizione al contesto macroeconomico italiano”.

Venerdì scorso, Moody’s ha confermato per l’Italia l’attuale valutazione ad Aa2, ma ha avvisato di un possibile taglio in futuro nel caso in cui il Paese non riesca a far fronte ai principali profili di rischio citati dagli analisti dell’agenzia: in particolare le sfide sul fronte della crescita, dovute a debolezze strutturali e una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro; i rischi collegati all’attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l’indebitamento e mantenerlo a livelli sostenibili; e quelli collegati al cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei con alti livelli di debito. A scontare, oggi, la decisione dell’agenzia, è stata la Borsa di Milano, che ha lasciato sul terreno un sostanzioso 2%. 

Un mese fa, il 20 maggio, la seconda agenzia internazionale, Standard&Poor’s, aveva tagliato da stabile a negativo l’outlook sul debito dell’Italia, citando le attuali deboli prospettive di crescita e l’incerto impegno politico per attuare riforme che stimolino la produttività . Di sviluppo ha parlato anche Moody’s, sottolineando che la “revisione del rating si concentrerà  soprattutto sulle prospettive di crescita per l’economia italiana nei prossimi anni, ed in particolare sulla rimozione di importanti e strutturali colli di bottiglia che possono frenare la ripresa economica nel medio termine”. Sotto il faro dell’agenzia di rating finirà  anche “l’abilità  del governo nel raggiungere ambiziosi obiettivi di consolidamento dei conti pubblici”, anche alla luce del possibile aumento dei tassi di interesse. Nel caso dovesse arrivare un taglio, sarebbe il primo per l’Italia da parte di Moody’s da oltre quindici anni, visto che le ultime due azioni (nel 1996 e nel 2002) avevano portato ad un aumento del rating.


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