Milano, un patto di quartiere per le zone più a rischio

by Editore | 22 Giugno 2011 9:15

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MILANO – Un patto di quartiere per le zone più a rischio di Milano: è quanto propone Marco Granelli, nuovo assessore alla sicurezza e coesione sociale della giunta Pisapia. “Vogliamo definirli insieme alle associazioni, alle parrocchie, al terzo settore e a tutte quelle realtà  della società  civile che sono impegnate in quei quartieri. Per questo ho intenzione di incontrarle, proprio per stabilire insieme le priorità  e i bisogni più urgenti”. Sul tema sicurezza si sono spesi fiumi di parole e di inchiostro in questi anni. Delle ordinanze emanate dalla Moratti, l’unica ancora in vigore è quella contro i dormitori abusivi nelle zone di via Padova, Sarpi, Corvetto-Lodi e Imbonati-Comasina. Scade il 31 luglio: “Ho chiesto alla Polizia locale un report sui risultati finora ottenuti – spiega l’assessore -. Abbiamo intenzione di rinnovarla, ma stiamo studiando delle modifiche per migliorare la sua capacità  di colpire chi sfrutta gli immigrati facendoli vivere in piccoli appartamenti in condizioni disumane. Solo questo ci interessa, non vogliamo creare inutili disagi ai cittadini onesti”. Il nuovo provvedimento, però, sarà  accompagnato dai patti di quartiere. “Vogliamo cambiare l’approccio, non più solo ordinanze ma anche azioni per rafforzare la coesione sociale”, sottolinea Marco Granelli.

L’ordinanza antidormitori prevede per i residenti l’obbligo di presentare ai vigili urbani una scheda con i dati anagrafici delle persone che vivono nello stesso appartamento. Chi non lo fa rischia una multa di 450 euro. In questo modo, però, spesso sono stati colpiti cittadini ignari dell’esistenza dell’ordinanza, visto che non è mai stata comunicata ai residenti. Sul sito del Comune c’è, ma bisogna sapere che esiste per trovarla. “Ho chiesto alla polizia locale di lavorare per distinguere fra queste situazioni e chi invece allestisce dormitori abusivi”, aggiunge l’assessore. Gli amministratori di condominio, inoltre, hanno l’obbligo di segnalare i casi sospetti. “Questo è uno degli aspetti sicuramente positivi dell’ordinanza in vigore e va potenziato”. 

Sulle multe finora arrivate, l’associazione Avvocati per niente nei mesi scorsi aveva annunciato un ricorso se il Comune ne avesse preteso il pagamento, in quanto l’ordinanza sarebbe anticostituzionale: il 7 aprile infatti la Suprema Corte ha bocciato l’opportunità  per i sindaci di adottare ordinanze speciali sulla sicurezza, se non per casi eccezionali e a tempo determinato. Marco Granelli non anticipa nulla: “Stiamo studiando la situazione”.

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