Milano sogna il Salone del libro Ferrero dice no “Resta a Torino”

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Torino – Un fantasma si aggira per Torino. Parla in milanese, minaccia di portare via il Salone del Libro. O, quantomeno, di spostarlo in occasione dell’Expo del 2015. A ciò vanno aggiunte le voci sui possibili cambi al vertici di Librolandia, che scadono a fine giugno, e sui nomi dei pretesi aspiranti: dallo storico Walter Barberis a Gian Arturo Ferrari, passando per Lorenzo Del Boca, giornalista caro alla Lega Nord, e Alain Elkann. Tanto basta, insomma, a riscaldare un po’ gli animi di Rolando Picchioni ed Ernesto Ferrero, timonieri della manifestazione, soprattutto dopo l’eco data a quelle voci dal quotidiano cattolico Avvenire.

Quanto c’è di vero? Piuttosto seccato, Picchioni taglia corto: «Ho chiesto in giro, ma nessuno ne sa niente. Anche Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro nazionale per il Libro, è caduto dalle nuvole e mi ha detto di non avere sentito nulla del genere. Non vorrei che fosse una coda alle polemiche sorte negli ambienti cattolici, qualche tempo fa, per la presunta sottovalutazione della loro editoria alla recente mostra della fiera su “L’Italia dei Libri”». Ferrero, invece, è battagliero: «A Milano vogliono fare una fiera del libro? La facciano. Noi non regaliamo niente a nessuno. E se qualcuno volesse davvero portarci via il Salone, poi, vedrebbe insorgere Torino». A rassicurare i due c’è Stefano Mauri, alla guida del gruppo editoriale milanese Mauri-Spagnol: «Sarebbe stupido e insensato fare una nuova fiera contro il Salone. Meno male che a Torino c’è il Salone: lì il libro è importante, mentre a Milano tendono un poco a snobbarlo».
Il presidente e il direttore della kermesse, in ogni caso, possono stare abbastanza tranquilli pure per i supposti mutamenti ai posti di comando. Gli azionisti della fondazione che genera il Salone, dal Comune alla Provincia di Torino, fino all’Associazione italiana Editori, sono per la continuità . Solo la Regione Piemonte, a guida leghista, vorrebbe un ribaltone. Intanto, come da romanzo d’appendice, sulla scena è riapparso Giuliano Soria. L’ex padre padrone del Grinzane Cavour, ora sotto processo, avrebbe intenzione, da dietro le quinte, di ridare vita a un simulacro del suo vecchio «premificio» tra Roma, Frascati e Torino.


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