Le soffiate della Bergamini a Mediaset “Chi se ne frega dello share Rai”

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MILANO – «Dicono che sei una spia», «Non farci (a noi di Mediaset ndr) prendere un bagno di ascolti pauroso». Sono solo alcuni degli stralci di conversazioni di Deborah Bergamini che mostrano come Rai e Mediaset siano state non due aziende concorrenti, ma una sola “Raiset”. Perché nella Rai, la televisione di Stato, tra l’aprile e il maggio 2005, quando moriva papa Giovanni II e si eleggevano i governatori di 13 Regioni, qualcuno ha remato contro. Scorrendo le telefonate di Deborah Bergamini, ex assistente di Silvio Berlusconi si percepisce che la Rai, di cui era vicedirettore generale marketing, non era proprio in cima ai suoi pensieri.
Il cuore pulsa per il Capo
Il suo cuore sembrava pulsare ancora per il suo “ex Capo”, come lo chiama più volte nelle intercettazioni registrate nell’ambito dell’inchiesta sul crac Hdc, la società  del sondaggista Luigi Crespi. E Silvio Berlusconi, oltre che il suo referente politico, è anche l’azionista di riferimento di Mediaset, il principale concorrente della televisione pubblica. Un amore che la porta a spifferare alla concorrenza quello che i vertici della Rai decidono nelle riunioni sui palinsesti. «Ferrara (Giuliano ndr) ti ha chiamato spia», dice l’allora notista politico del Tg1, Francesco Pionati alla Bergamini. E la conferma arriva dai fatti. Non c’è decisione, nel periodo delle intercettazioni, presa dal direttore generale Flavio Cattaneo sulla programmazione che non venga riferita ai dirigenti di Cologno Monzese. A volte è lo stesso Cattaneo a parlare con Mediaset: «Credo che Cattaneo abbia parlato con Piersilvio», dice in una telefonata la Bergamini, le cui figure di riferimento in Mediaset sono Mauro Crippa e Niccolò Querci, il primo direttore centrale della Comunicazione e il secondo membro del cda di Mediaset e ai tempi consigliere delegato di Rti, la licenziataria delle concessioni televisive di Berlusconi. Basta una telefonata per capire come le informazioni strategiche viaggino tra la Rai e Mediaset.
Il Papa in agonia: voi che fate?
È il 2 aprile 2005, sono le 17.49, ufficialmente il Papa è in agonia. Crippa deve sapere con certezza cosa metterà  in onda la Rai per non perdere neanche un punto di share. Il suo dubbio è tra una fiction religiosa e un film Usa con Charlize Teron, “Sweet november”. E a chi si rivolge? Crippa: «A noi risulta che ci sia “Sweet november”, io devo saperlo con assoluta sicurezza, solo che tu sei la persona più autorevole e sicura che conosco». Bergamini: «Io sono una poveretta solo che ho le orecchie. Ero in riunione col direttore generale». Crippa: «Non giochiamo su questa cosa perché è delicatissima». Bergamini: «Siamo usciti dalla riunione con San Paolo questa stasera. Abbiamo fatto una riunione straordinaria, se poi la rete fa doppio gioco io questo non te lo so dire». Crippa: «Ecco è questa la paura. Tu mi insegni che non ci vuole niente per cambiare la programmazione e farci prendere un bagno di ascolti pauroso». Bergamini: «Questo è l’intendimento». Crippa: «Mi chiami se ci sono novità ?». Bergamini: «Assolutamente». Un “assolutamente” che si concretizza qualche minuto dopo alle 18.06, quando la Bergamini, dopo l’ennesima riunione, alza la cornetta per avvisare Crippa: «Mauro? Hanno deciso ora di andare con Vespa in prima serata». Crippa: «Grazie mille». E la tempestività  è impressionante.
Mettiamo chi se ne frega
Il disinteresse per la Rai invece è confermato in una conversazione telefonica con Carlo Nardello, direttore marketing strategico della Rai. Alla Bergamini sembra interessare solo la sua missione politica, che a due giorni dalla morte del Papa e sotto elezioni è quella di tenere meno gente possibile davanti alla televisione. Serve che si vada a votare, il timore è che l’astensionismo dei cattolici penalizzi il Centrodestra. Non importano gli ascolti della Rai. Nardello: «Stasera basta Vespa, mettiamo un bel Orgoglio». Bergamini: «Mediaset che mette?». Nardello: «Mediaset metterà  Carabinieri». Bergamini: «No, fategli mettere Carol. Parlaci tu». Nardello: «Carol? Ma se mette Carol noi non mettiamo Orgoglio?». Bergamini: «Qual è l’obiettivo di oggi?». Nardello: «Sì». Bergamini: «Ecco». Nardello: «Carol fa 50 per cento, … tutti gli altri fanno due». Bergamini: «Mettessero loro Carol, noi mettiamo chi se ne frega». Nardello: «L’hanno confermato il 19, Carol. Senti il tuo amico Querci se vogliono mettere Carol. Il mio corrispondente dice che non ce lo mettono».


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