La Russa “buca” la riunione Nato e la Spagna ci soffia la base radar

by Editore | 19 Giugno 2011 5:35

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Chi parla così è un ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica: commenta l’incredibile rinuncia di La Russa a mantenere a Poggio Renatico, vicino Ferrara, uno dei due “Caoc” che la Nato prevede nella sua nuova struttura. I Caoc (Combined Air Operation Center) sono i centri di comando e controllo in cui affluiscono le informazioni da tutti i radar della catena di sorveglianza Nato e nazionale, e da cui partono tutte le informazioni per le basi delle aeronautiche dell’Alleanza e per i controllori di volo civili. La Nato in Europa ha due Caoc: uno, appunto, a Poggio Renatico, e l’altro per l’Europa centro-settentrionale a Uedem, in Germania.

Cosa è successo? La Nato da mesi ha avviato un processo di ristrutturazione che doveva tagliare e razionalizzare i suoi comandi in Europa e ridurre il personale. Per capirci, passare dal 12.000 a circa 8.000 uomini e ridurre di un terzo i comandi. La settimana scorsa il ministro della Difesa Ignazio La Russa è arrivato con 6 ore di ritardo alla riunione dei ministri della Difesa Nato in cui l’americano Robert Gates salutava per l’ultima volta i suoi colleghi, lanciava il suo allarme sulla Libia, parlava del prossimo ritiro dall’Afghanistan e soprattutto dava gli ultimi ritocchi al piano di tagli. «Siamo stati messi in mezzo», dice il generale Dino Tricarico, anche lui ex capo dell’Aeronautica ed ex consigliere militare di Berlusconi: «L’Italia doveva perdere solo il comando di Nisida, e invece abbiamo regalato anche Poggio Renatico, che però è strategico nella protezione dello spazio aereo italiano giorno per giorno, anche in tempo di pace».
Altri ufficiali la spiegano così: la ristrutturazione doveva portare da 2 a 1 i comandi aerei. Tra Smirne (Turchia) e Ramstein (Germania) si è scelto di penalizzare i turchi, per cui Ankara andava compensata: avrà  un comando terrestre. A questo punto verrà  chiuso il comando terrestre della Spagna, che con la mancata partecipazione alle operazioni in Libia non avrebbe avuto titolo per battere i pugni sul tavolo. E invece, alla vigilia dalla riunione di Bruxelles, la ministra Carme Chacòn ha scritto una lettera di fuoco al segretario generale Rasmussen. «A questo punto hanno messo in mezzo La Russa, che arrivato in ritardo, trafelato e disinformato, ha danneggiato l’Italia», dice un generale informato della trattativa. «La Russa purtroppo ha un capo di Stato maggiore che è un alpino, senza esperienza internazionale, non conosce l’aeronautica e non parla inglese», aggiunge un altro generale in servizio. La Nato aveva già  preparato un contentino per la Spagna: hanno inventato un “deployable Caoc”, un centro di comando e controllo rischierabile, che quindi in tempi normali non funziona, ma viene “montato” in un altro paese in caso di crisi. Un comando virtuale. A La Russa è andata bene così, nel segno della Difesa virtuale.

 

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