La Nato batte cassa
Il Segretario Generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, esorta l’Europa ad aumentare il budget militare. Rasmussen ha lanciato l’allarme a Madrid, avvisando che la disparità delle spese per l’Alleanza atlantica fra Stati Uniti ed Europa finirà per portare ad una organizzazione a due livelli, in cui i militari Usa ed europei non riusciranno più a collaborare. Rasmussen ha sottolineato che il gap crescente nei fondi destinati alla difesa si riflette anche in un gap tecnologico, che renderà sempre più difficile condurre operazioni congiunte. Il segretario dell’Alleanza atlantica ha dunque suggerito ai paesi membri di aumentare i budget del settore e mettersi in linea con gli assetti e gli equipaggiamenti statunitensi.
La guerra libica, ha detto Rasmussen, ha messo a nudo serie manchevolezze da parte degli europei e si è rischiato di restare a corto di munizioni contro un regime male armato, se gli Usa non ne avessero fornite di fresche. “Se non si ferma e non si inverte l’attuale tendenza al declino della capacità militare dell’Europa, i futuri leader degli Stati Uniti potrebbero valutare che tornare a investire nella Nato per l’America non valga più il costo. Se vogliamo competere, abbiamo bisogno di investimenti veri”. La strigliata ai Paesi europei giunge tre mesi dopo l’intervento in Libia, che ha comportato uno sforzo bellico inatteso e una partecipazione prolungata da parte dei Paesi Nato. E’ motivo di preoccupazione, secondo Rasmussen, il fatto che solo otto membri dell’alleanza stiano conducendo attacchi aerei: “Se vogliamo assicurare una sostenibilità a lungo termine dell’operazione, dobbiamo anche allargare il sostegno“.
Tra i Paesi della Nato, gli Stati Uniti erano dieci anni fa quelli che partecipavano con la metà dell’intero bugdet. Oggi contribuiscono per il 75 percento. Da qui l’insofferenza nel constatare come l’Europa non stia facendo abbastanza. “Il popolo americano chiede, legittimamente, perché deve sobbarcarsi il pesante fardello di assicurare la pace e la stabilità internazionale. Il messaggio del Segretario della Difesa Usa è chiaro: se si trae un vantaggio dalla Nato bisogna anche condividerne gli oneri. Io condivido questo messaggio”.
In un’intervista alla Bbc, Rasmussen si è detto ‘esasperato’ del fatto che solo quattro Paesi europei spendano quanto preventivato dall’Alleanza per poter sostenere gli impegni nei teatri internazionali, ovvero il due percento del Prodotto interno lordo: questi Paesi sono Francia, Gran Bretagna e – insospettabilmente – Albania e Grecia. Le spese militari del nostro Paese, dopo il taglio del 10 percento al bilancio della difesa del 2010, si attestano all’1,75 percento del Prodotto interno lordo.
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