La liberazione dell’ex terrorista dei Pac indigna tutte le forze politiche

by Editore | 10 Giugno 2011 6:43

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ROMA – L’indignazione di Giorgio Napolitano. E di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione. Con il ministro Calderoli che si spinge perfino a chiedere di boicottare per ritorsione i prossimi mondiali di calcio in Brasile. Il no all’estradizione di Cesare Battisti – reagisce immediatamente il capo dello Stato – è una decisione «gravemente lesiva degli accordi e dell’amicizia» sottoscritta fra Italia e Brasile ma anche «delle ragioni della lotta al terrorismo» che ha impegnato a fondo il nostro paese. Una scelta perciò che il presidente della Repubblica «deplora» profondamente, e annuncia che darà  «tutto il suo appoggio ad ogni passo» nelle sedi internazionali per riaprire il caso del terrorista tornato in libertà  dopo la decisione del Tribunale supremo brasiliano. Napolitano, che ieri sera ha ricevuto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, aveva scritto e incontrato di persona il presidente Lula per protestare contro lo status di rifugiato politico concesso al terrorista, e invocato più volte (anche nel suo ultimo messaggio di Capodanno) l’estradizione. Adesso, la decisione beffa. Accolta allora con parole molto dure che, oltre all’amarezza e alla vicinanza espressa ai familiari delle vittime, danno il segno di come sulla scrivania del Colle sia squadernato ormai un dossier pesante sui rapporti fra i due paesi.
E la controffensiva del governo passerà  proprio attraverso la strada indicata dal Quirinale: impugnare il verdetto davanti ai «giudici» internazionali. Lo anticipa il ministro Frattini («il Brasile ha fatto prevalere la politica sul diritto internazionale») e poi lo conferma il premier. «Faremo ricorso alla Corte di giustizia dell’Aja – comunica ai giornalisti Silvio Berlusconi – contro un verdetto che offende il nostro senso di giustizia. E’ l’unica cosa che possiamo fare, non possiamo certo dichiarare guerra al Brasile, che resta un paese amico». Poi, però, alza le mani e spiega che non resta altro che aspettare l’esito di quel ricorso. «Non abbiamo la sfera di cristallo e non possiamo certo sapere come andrà  a finire. Tutto ciò che andava fatto in questo caso, l’abbiamo fatto».
Dentro la maggioranza però c’è chi invoca la linea dura e chiede di far scattare misure di rappresaglia (con il ministro Giorgia Meloni stamattina in piazza davanti l’ambasciata brasiliana a Roma). Il leghista ministro Calderoli propone: «Boicottiamo i mondiali di calcio in Brasile nel 2014». Un gesto a doppia chiave di lettura, assicura. Sarebbe «un segnale di protesta» lanciato ai brasiliani ma anche un avvertimento rivolto al mondo del pallone italiano per tentare di «restituire moralità  a tutto il movimento calcistico» nella bufera del calcio scommesse. La ritorsione proposta dal ministro della Semplificazione però non trovi consensi nella sua stessa maggioranza, e il collega Galan (in guerra da tempo con Calderoli) non si lascia sfuggire l’occasione per polemizzare: «Lo sport non va strumentalizzato per fare politica». La Mussolini chiede invece di boicottare i prodotti made in Brasile.
Il centrosinistra boccia come «inaccettabile e vergognosa» la decisione di rimettere in libertà  Battisti, ma nel verdetto dei brasiliani legge anche una conseguenza della caduta di prestigio internazionale del nostro paese. «E’ una cosa che urta la nostra sensibilità  e la nostra coscienza – protesta il segretario del Pd Bersani – ma questa vicenda raffigura anche come siamo messi nel mondo. Il Brasile ha accresciuto il suo peso, l’Italia ha perso il suo ruolo». E il presidente del Copasir, D’Alema: ora il governo faccia di tutto per opporsi nelle sedi internazionali e riportare in Italia Battisti.

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