La guerra dei droni (7)

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Negli ultimi giorni il Pakistan ha subito i più violenti bombardamenti aerei americani dall’inizio dell’anno. Tra lunedì e mercoledì, i droni della Cia hanno sganciato decine di missili sulla regione tribale del Waziristan, uccidendo oltre quaranta persone, talebani ma anche civili, e ferendone altre decine.

Fonti sanitarie pachistane hanno denunciato ieri che i civili feriti negli ultimi raid Usa, ricoverati negli ospedali di Peshawar e delle altre città  del nordovest, accusano ‘‘gravi problemi alle vie respiratorie, alla pelle e agli occhi” che indicherebbero l’uso di ”sostanze nocive” negli ordigni sganciati dai droni.

Quelli descritti dai medici pachistani, potrebbero essere gli effetti delle versioni potenziate dei missili aria-terra Agm-114 Hellfire II, in particolare quella con testata penetrante rinforzata con uranio impoverito e quella termobarica con testata arricchita da polvere d’alluminio.

L’intensificarsi della campagna aerea della Cia, oltre alla salute dei pachistani, sta danneggiando anche le relazioni diplomatiche tra Islamabad e Washington. I vertici politici e militari pachistani fanno sempre più fatica a ignorare il crescente malcontento popolare verso questi attacchi e il sempre più diffuso sentimento anti-americano.

Questo clima di ostilità  montante è chiaramente avvertito dai diplomatici americani di stanza a Islamabad, preoccupati per gli effetti a lungo termine della linea dura di Washington. ”Lo scontento dei pachistani è legittimo”, ha dichiarato un diplomatico Usa al Wall Street Journal. ”Sottovalutando l’importanza dell’opinione pubblica pachistana, rischiamo di trasformare i nostri naturali alleati in nostri avversari”.

L’ambasciatore americano in Pakistan, Cameron Munter, sostenuto dal dipartimento di Stato americano, ha espressamente chiesto all’amministrazione Obama di frenare i bombardamenti della Cia. Una richiesta che la scorsa settimana è stata discussa dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale, e respinta per la ferma opposizione del direttore uscente della Cia e futuro capo del Pentagono, Leon Panetta.

 


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